Nella serata di ieri è stato emanato il “Decreto Coronavirus” che in materia scolastica/universitaria si esprime così:
“Limitatamente al periodo intercorrente dal giorno successivo a quello di efficacia del presente decreto e fino al 15 marzo 2020, sono sospesi i servizi educativi per l’infanzia di cui all’articolo 2 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65, e le attività didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado, nonché la frequenza delle attività scolastiche e di formazione superiore, comprese le Università e le Istituzioni di Alta Formazione Artistica Musicale e Coreutica, di corsi professionali, master e università per anziani, ferma in ogni caso la possibilità di svolgimento di attività formative a distanza; sono esclusi dalla sospensione i corsi post universitari connessi con l’esercizio di professioni sanitarie, ivi inclusi quelli per i medici in formazione specialistica, i corsi di formazione specifica in medicina generale, le attività dei tirocinanti delle professioni sanitarie, nonché le attività delle scuole dei ministeri dell’interno e della difesa”.
Ciononostante, alcune Università come la Federico II e l’Orientale, continuano ad essere aperte al pubblico seppur in maniera “limitata”.
“Le Università sono aperte, con limitazioni nel numero di accesso agli edifici. L’accesso agli uffici viene controllato all’ingresso delle sedi per limitare la presenza contemporanea di un numero elevato di utenti. Si raccomanda agli studenti di accedere agli uffici solo per casi urgenti. L’accesso alle biblioteche è consentito fino al trenta per cento della capienza degli spazi studio con ulteriori limitazioni, se necessarie, tese a garantire un flusso controllato di accesso. Il prestito è garantito purché nel rispetto del DPCM 1.3.2020“.Per il calendario degli appelli degli esami si rimanda agli avvisi del Polo Didattico e dei singoli docenti. Gli esami saranno comunque svolti, fatti salvi i principi di non affollamento richiamati dal decreto. I docenti devono predisporre e comunicare agli studenti una scaletta cadenzata, prevedendo la presenza di non più di 5 esaminandi contemporaneamente nell’aula assegnata per la prova orale. In nessun caso è consentito l’assembramento degli studenti nei corridoi, in sale d’attesa o in altri spazi chiusi non adatti a garantire le misure di non affollamento. I docenti devono predisporre l’elenco degli accessi da distribuire alle portinerie“. Questo quanto si legge dal sito dell’Orientale di Napoli.
Nell’edizione odierna del TG3 il rettore Lucio d’Alessandro si è espresso in merito a questa situazione di confusione: “Le Università non svolgeranno le lezioni fino al 15 marzo. Continueranno le attività di valutazione come esami, lauree e specializzazioni, rispettando le normative nazionali. Poche persone presenti e la mancata presenza delle famiglie alle cerimonie. C’è stata un’interpretazione del decreto per lasciar continuare agli studenti la propria carriera. Le lezioni online sono una soluzione momentanea”.
I rettori e i docenti continuano a rassicurare gli studenti su tutte le misure di sicurezza che verranno prese durante le sedute di laurea e di esame, ma le perplessità restano. Se un decreto ministeriale STRAORDINARIO in materia va a limitare ogni tipo di attività sociale, perchè le Università non si attengono alle direttive? Il rischio di contagio, nonostante tutte le misure di sicurezza e igiene del caso, è altissimo.
Pochi giorni fa proprio alla facoltà di Architettura della Federico II due professori sono risultati positivi e i contagi in Campania aumentano di giorno in giorno.
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