In risposta al precedente hashtag #Milanononsiferma che vantava una continuazione della vita sociale che ha sicuramente aiutato la circolazione del virus, Napoli cerca di contenerlo.
Con l’hashtag #Napolisiferma i ristoratori e proprietari di bar e locali cercano di contribuire al blocco della circolazione del coronavirus. Numerosi i locali di ristorazione che hanno deciso di prendere parte all’iniziativa, decidendo di restare chiusi per tutelare la salute dei propri clienti.
I danni e le soluzioni alternative
Una decisione necessaria, che però non rimane senza conseguenze: solo nel prossimo weekend sono previste perdite che arrivano a 25 milioni di Euro. Si tratta di un sacrificio che gli imprenditori del gusto partenopei sono disposti a compiere, come spiega Assunta Pacifico, titolare del ristorante “‘A figlia d’o Marenaro“. Nonostante la sanificazione dei locali e il rispetto delle norme di sicurezza, il ristorante rimane chiuso per il bene della clientela stessa.
Per venire in aiuto dei clienti più incalliti, molti dei locali storici di Napoli che proprio in queste ore hanno deciso di chiudere al pubblico, si stanno inoltre attrezzando con servizi di consegna a domicilio inediti. Sarà, ad esempio, possibile gustare le famose pizze di Gino Sorbillo o della Antica Pizzeria da Michele direttamente a casa propria.
Lo stop all’apertura dei ristoranti, va ricordato, non viene imposto al momento da nessuna regola dettata dal Governo: si tratta di un atto di responsabilità civica, un gesto d’amore per i propri conterranei. Numerosi sono anche i locali che decidono di restare comunque aperti per offrire ai cittadini la possibilità di evadere dalla difficile situazione di questi giorni.
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