La temuta dichiarazione di “pandemia” per l’emergenza Coronavirus da parte dell’Organizzazione mondiale della Sanità è arrivata.
L’infezione, scoppiata nella città cinese di Wuhan, alla fine dello scorso mese di dicembre, si è infatti diffusa in oltre 90 paesi. Il bilancio totale dei morti, aggiornato ad oggi – 11 marzo – è 4.350, di cui oltre 600 anche in Italia.
Ma cosa comporta la dichiarazione di pandemia da parte dell’Oms?
La dichiarazione di pandemia, che si differenzia dalla semplice epidemia, si è resa necessaria per impedire ulteriori casi di infezioni. Ciò significa che da questo momento in poi i singoli stati devono fare un passo indietro ed eseguire i piani dell’Oms per impedire che il nuovo virus dilaghi ulteriormente. Gli esperti potranno richiedere una serie di misure anche drastiche, come lo stop alle attività produttive e i limiti alla circolazione anche via terra.
I provvedimenti potrebbero essere applicati in primis proprio all’Italia, terzo paese per numero di contagi dopo la Cina e la Corea del Sud.
Walter Ricciardi dell’Oms, consigliere per il coordinamento con le istituzioni sanitarie internazionali del ministro della Salute italiano Roberto Speranza, aveva dichiarato: “Con la dichiarazione dello stato pandemico l’Oms può mandare i suoi operatori in loco, come fanno i caschi blu dell’Onu e chiedere ai singoli Paesi di adottare misure di mitigamento, come il fermo di alcune attività o dei trasporti anche via terra”. Tuttavia, ha sottolineato l’esperto, non c’è obbligo, “ma il non rispetto delle disposizioni equivarrebbe alla mancata applicazione di norme internazionali, che implica l’applicazione di sanzioni”.
Secondo quali criteri è Pandemia da Covid-19?
L’infezione da Covid-19 si diffonde tra le persone e può essere mortale. La sua caratteristica globale è stata confermata dai dati certi sui primi focolai africani e sudamericani.