Un dipendente di Asìa, l’azienda che assicura la raccolta dei rifiuti a Napoli, è risultato positivo al Coronavirus.
Il lavoratore presta servizio nel distretto 5 b, quello di Scampia, dove sono all’opera circa cento suoi colleghi che ora sono in quarantena.
La presidente Asìa, Maria De Marco, ha fatto sapere che, come richiesto, “l’azienda ha fornito alla Asl l’elenco di tutti i colleghi del suo turno di lavoro”.
Tuttavia, è forte la preoccupazione di sindacati e lavoratori, nonché degli altri cittadini. In questi giorni è arrivata una pioggia di certificati medici e gli assenti sono moltissimi.
Tra i lavoratori Asìa vi un altissimo numero di ultrasessantenni, dunque personale più a rischio. Se il virus si dovesse diffondere in un’azienda di così vitale importanza per i servizi a Napoli sarebbe un vero e proprio caos per tutta la città.
La preoccupazione dei sindacati
«Avevamo già chiesto l’intervento di sanificazione prima che scoppiasse il caso Coronavirus – spiegano i rappresentanti della Rsu – e adesso finalmente è arrivata, ma è importante che ci siano o nuove forniture di guanti e mascherine».
Duro il comunicato delle segreterie regionali: «Il primo pensiero va al collega colpito dalla malattia. A lui auguriamo di guarire e di tornare presto all’amore della sua famiglia. Ci sarà tempo per accertare le responsabilità di cui i dirigenti di Asia Napoli dovranno rendere conto di fronte a Dio e agli uomini. Adesso è il tempo di porre fine alla irresponsabilità dell’azienda che ha contribuito a far finire in quarantena decine di colleghi. La Rsu, tutti i sindacati, le segreterie di FpCgil, FitCisl, Uiltrasporti, Fiadel, stanno lanciando un grido di allarme che Asìa Napoli si rifiuta di ascoltare fin dal 24 febbraio. Facciamo appello all’unità di tutte le rappresentanze sindacali affinché ogni sforzo vada in un’unica direzione: introdurre finalmente adeguate misure di prevenzione del contagio sui luoghi di lavoro. Distribuzione intensiva di mascherine e gel igienizzante, scaglionamento degli accessi agli spogliatoi ed agli spazi comuni, sanificazione costante di spazi comuni, automezzi ed attrezzature, attivazione dello Smart Working per il personale amministrativo, tutela specifica per i lavoratori affetti da patologie croniche o debilitanti del sistema immunitario. Questo è l’obiettivo di tutti, superiore a qualsiasi orgoglio personale o di organizzazione. L’Unità dei lavoratori è la forza di tutti noi».
La risposta dell’azienda
Dal canto suo l’azienda, spiega che le mascherine non sono dispositivi prescritti: «Si sta diffondendo la paura – spiega la presidente De Marco – le mascherine non sono previste per tutti dal dispositivo di protezione, ma noi le stiamo comprando e fornendo per tranquillizzare i dipendenti che sono il nostro patrimonio».
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