Ecco le dichiarazioni del ministro della pubblica istruzione Lucia Azzolina al question time di ieri alla Camera.
Causa emergenza coronavirus, il decreto del presidente del consiglio dei ministri dell’8 marzo ha stabilito la chiusura di scuole e università fino al 3 aprile. Tale data sarà quasi certamente prorogata. Lucia Azzolina, ministro della pubblica istruzione, interviene quindi a tal proposito.
Al question time alla Camera dedicato all’emergenza didattica causata dal coronavirus, la Azzolina risponde:
«La data di riapertura delle scuole si avrà quando il quadro epidemiologico lo consentirà, garantendo quindi la massima sicurezza a tutti gli studenti».
Inoltre molti sono i dubbi soprattutto dei diplomandi riguardo lo svolgimento del loro esame di Stato, che probabilmente si svolgerà con una commissione di soli professori interni. In attesa di chiarimenti, la ministra intanto tranquillizza con queste parole:
«I docenti, gli studenti e le loro famiglie, ai quali forniremo il massimo supporto, saranno messi nelle condizioni migliori per svolgere un esame serio e riceveranno tutte le informazioni in merito alle modalità che saranno adottate, non appena avremo un quadro anche temporale più definito. Il 94% degli studenti sta utilizzando la didattica a distanza».
Sulla didattica a distanza però ci sarebbero vari interrogativi da porsi: quanti alunni stanno davvero apprendendo? Quanti sono i professori che si stanno impegnando a spiegare nuovi argomenti? Quanti invece si stanno limitando ad assegnare compiti? Quel 94% senza dubbio è un dato significativo, ma le tecniche della didattica a distanza in Italia andrebbero perfezionate.
La ministra inoltre fornisce anche informazioni riguardo l’aspetto economico e le rette delle scuole statali:
«A carico delle famiglie degli studenti delle scuole statali c’è la sola retta del servizio mensa, utilizzata prevalentemente dai bambini delle sezioni a tempo normale della scuola dell’infanzia e dagli alunni delle classi a tempo pieno della scuola primaria. Tali rette vengono versate, in forma diretta o indiretta, all’ente locale quale soggetto titolare della gestione del servizio di refezione scolastica che, nel periodo di sospensione delle attività didattiche in presenza, non è evidentemente, erogato».
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