Nella terza settimana di blocco per coronavirus, si fa stringente il problema di chi non ha risorse economiche a disposizione per vivere durante l’isolamento. Ci sono lavoratori privati che non rientrano nelle misure del governo, lavoratori a nero, disoccupati e in generale i nuclei familiari che sono gravemente colpiti dalle conseguenze sociali dell’emergenza sanitaria. Così, c’è chi ha fatto arrivare pasta, zucchero, caffè, nelle case dei più bisognosi. In questi giorni sono partite molte iniziative di mutuo soccorso, gestite da realtà sociali da tempo radicate sul territorio napoletano, come quella dell’ex Opg.
Tuttavia, la gestione della quarantena diventa anche un affare di camorra. Il rischio che in una situazione di emergenza la criminalità sfrutti la crisi per ottenere consenso e controllo sul territorio è da non sottovalutare. Soldi e generi di prima necessità a chi non ce la fa, per poi chiedere il conto con gli interessi dopo che l’emergenza sarà finita. E’ un rischio reale perché la camorra sta continuando a spacciare nelle aree metropolitane, attingendo così risorse anche durante l’emergenza. Non potendo contare sul collaudato canale estero spagnolo, la materia prima si fabbrica in casa, dalle aree a ridosso del Faito e del Vesuvio fino a Scampia, rione Traiano e Torre Annunziata. Lo spaccio sta avvenendo di notte, forzando il blocco in sella agli scooter e arrivando porta a porta dai clienti.
Si imbastisce così una vera contesa tra lo Stato e la criminalità. Chi in queste settimane sarà in grado di tamponare la grave crisi sociale nelle aree più povere, costruirà la sua autorità e la sua credibilità sul territorio.
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