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#BussoLaLettura // “Campania Felix”, la recensione

Campania Felix, piccolo saggio edito dalla casa editrice Homo Scrivens che porta la firma di Carlo Ricci, è un piccolo gioiello che ci parla di leggende e non solo. 

La penna dell’autore si snoda senza alcuna difficoltà lungo un immaginario percorso che va da Sorrento ad Ascea, portandoci a vedere statue e castelli, ville, porte e strade leggendarie. La scrittura è fluida, mai macchinosa e sempre piacevole.

Leggere queste pagine è un po’ come lasciarsi ammaliare dalla voce delle Sirene di cui spesso di parla in questo libriccino prezioso. L’autore, fra le pagine del saggio, riporta una citazione di Omero – si tratta del commento delle Sirene alla vicenda che ha visto Ulisse prestare orecchio e resistere al loro canto:

Nessuno è mai passato di qui con la nera nave

senza ascoltare con la nostra bocca il suono di miele,

ma egli se ne va dopo averne goduto e sapendo più cose.

Ed è esattamente questo che accadrà a coloro che leggeranno Campania Felix: il canto d’inchiostro di queste melliflue pagine arricchirà la mente di chiunque vi posi il suo sguardo.

Le Sirene tra conoscenza e sensualità

Il saggio inizia parlandoci della penisola di Sorrento e del mito delle Sirene. Sarà proprio seguendo alcune di queste creature fantastiche che il lettore potrà percorrere l’immaginario viaggio ideato da Carlo Ricci: le Sirene tra queste pagine sono il fil rouge che unisce tutti i luoghi (o quasi) che la penna dell’autore disegnerà per noi.

Ma, prima che queste Sirene nuotino via precedendoci nel nostro navigare come fossero delle polene, l’autore si sofferma ad indagarne la natura, divisa tra cielo ed acqua: chiunque conosca anche solo superficialmente la mitologia sa, infatti, che in principio le Sirene avevano volto di donna e corpo da uccello e che solo successivamente si siano trasformate nelle sinuose creature marine che noi tutti oggi conosciamo.

Carlo Ricci inizia a dipanare la matassa del mito spiegandoci come le prime Sirene – quelle dotate di piume e di ali, capaci del volo – fossero creature che erano metafora di desiderio di conoscenza: ciò che prima insinuava maggiormente le menti degli uomini era appunto il desiderio quasi ingordo di sapere.

Con l’avvento del Cristianesimo le Sirene – sempre disturbanti tentatrici – si trasformarono perché mutate erano le priorità degli uomini: adesso ciò che maggiormente turbava e tentava non era la conoscenza, ma la sensualità femminile.

Ed ecco che allora le Sirene cambiano forma, diventano sensuali pesciolini che non riescono più ad alzarsi in volo – ecco che le fiabe, le favole e i miti – campani o meno che siano – parlano di storie d’amore e di seduzione e non più di sapere.

Le Sirene e la magia che si spegne

Per quanto affascinanti, le Sirene tuttavia non sono le protagoniste di queste pagine: spesso sono poco più che una scusa per avventurarci in determinati luoghi, per sperderci in certe città; talvolta però hanno un ruolo un po’ meno marginale e si mostrano al lettore in veste di metafora.

Le Sirene rappresentano in questo libriccino la magiaquella certa atmosfera incantata che in alcuni luoghi della Campania ancora si riesce a respirare, anche se a stento. Le Sirene sono la magia che si trasforma, che cambia forma e diventa sempre più debole, fino a sparire del tutto.

In alcuni luoghi, secondo l’autore, le Sirene ci sono ancora – questi luoghi mantengono cioè quasi intatta la loro magia, la loro atmosfera d’incanto. Riguardo Napoli – di cui nel libro di accenna appena, avendone l’autore parlato in un altro libro – troviamo infatti le parole di Matilde Serao, che recitano:

Parthenope non è morta, Parthenope non ha tomba, ella vive, splendida giovane e bella, da cinquemila anni; corre sui poggi, sulla spiaggia. E’ lei che rende la nostra città ebbra di luce e folle di colori, è lei che fa brillare le stelle nelle notti serene, è lei che fa contorcere di passione, languire ed impallidire d’amore la città. Parthenope, la vergine, la donna, non muore, non muore, non ha tomba, è immortale… è l’amore.

Non altrettanto fortunata è invece, a dire dell’autore, Capri – a cui è dedicato il capitolo più lungo del libro; dell’isola azzurra Carlo Ricci infatti scrive:

Con l’avvento del consumismo più sfrenato, con la ricerca del profitto ad ogni costo, l’atmosfera magica di Capri si è spenta. Le sirene hanno abbandonato anche questa splendida isola.

Campania Felix: oltre le leggende

Come abbiamo già accennato, in questo saggio non si parla solo di leggende. Ed anzi: queste non sono decisamente il punto centrale della narrazione.

Autentiche protagoniste del libro sono le storie vere che si sono svolte nelle città, nelle ville e nelle isole della Campania di cui si tratta in questo libro – e cioè Sorrento e la penisola sorrentina, Massa Lubrense, Li Galli, Capri, Elea-Velia, Castellammare de la Bruca ed Ascea.

Così tra le parole di Carlo Ricci riprendono vita imperatori, re e traditori; patrizi romani, pescatori e sacerdotesse.

Nella quarta di copertina possiamo leggere che l’autore “ha trascorso la sua vita tra gli aridi numeri della professione di ingegnere, finché già avanti negli anni si è interessato ai temi storici“, e la precedente vita da ingegnere di Carlo Ricci è evidente nel modo in cui racconta le storie di questi luoghi: rigorosamente ed in modo asciutto, precisamente e senza troppi fronzoli – ma in modo sempre chiaro e spesso funzionale al procedere del viaggio.

Storie di Pirati e di eccessi

Se le Sirene sono la scusa con cui l’autore inizia la navigazione tra le mille storie racchiuse in questo libriccino, i Pirati sono certamente i collaterali co-protagonisti di queste pagine. Ci sono storie – purtroppo vere – di scorribande piratesche quasi ad ogni pagina; i Pirati sono onnipresenti. Se le Sirene rappresentano la magia di cui erano (sono?) cosparsi i luoghi dove avviene la narrazione, i Pirati sono la manifestazione della violenza e crudeltà che sono proprie della realtà.

Omicidi, devastazione, rapimenti: nel bel mezzo dei miti arrivano Barbarossa ed i Saraceni a portare distruzione ed orrore, a strappare bocconi di magia dalla bocca di chi legge, affamato di splendore, questi capitoli. Il contrasto tra fantasia è realtà è così forte da essere quasi doloroso.

I Pirati non sono tuttavia l’unica cosa a strappare il velo dell’incanto che i miti avevano ricamato per noi: ci sono gli eccessi dei visitatori di alcuni di questi luoghi – soprattutto, stando a quanto narrato dall’autore, le decine di personaggi che hanno visitato Capri nel corso degli anni – e del già citato consumismo, che cercando di trarre profitto da ogni cosa ha imbarbarito la bellezza in un certo senso pura della Campania.

Come può la magia sopravvivere alle scorribande di mostri dalle fattezze umane?

Come potrebbero mai le Sirene continuare a nuotare nei nostri mari?

E’ davvero questa Campania ancora felice, anche se depauperata della sua magia?

A chi è consigliato Campania Felix?

Campania Felix è consigliato sì a tutti coloro che amano il mito delle Sirene, ma anche e soprattutto a chi è interessato a conoscere meglio la storia della Campania; a chi apprezza il rigore nella ricerca storica; a chi non ama gli arzigogoli di una scrittura pomposa.

 

Titolo: Campania Felix

Autore: Carlo Ricci

Casa editrice: Homo Scrivens

Copertina (flessibile): 87 pagine

ISBN: 978-8832780192

Prezzo: 12,00 euro

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