Il Mann (Museo Archeologico Nazionale di Napoli), diventa protagonista di un docufilm “Agalma”, diretto da una regista giovane, a cui hanno collaborato una troupe di under 35. La vita e l’umanità che ruotano intorno a un grande patrimonio artistico-culturale.
Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli (Mann) diventa protagonista di un film: si tratta di un viaggio fatto di immagini che racconta le bellezze del Mann, la cura di chi conserva questo patrimonio culturale inestimabile e chi lo ammira: i restauratori, i conservatori, l’umanità che compone il Museo, i visitatori. Il docufilm , s’intitola “Agalma”, scritto e diretto da Doriana Monaco, una giovane regista beneventana, archeologa e autrice di diversi corti, ed è ora in fase di montaggio.
Il lavoro, che coinvolge una troupe di under 35, soprattutto donne, sarà terminato appena finirà l’emergenza. La produzione è affidata ad Antonella Di Nocera e Lorenzo Cioffi, Parallelo 41 e Ladoc con il Mann, il contributo della Regione e con la Film Commission Campania e Arci Movie.
Il direttore del Mann, Paolo Giulierini, ha spiegato, in un’intervista a “La Repubblica – Napoli”:
“Il progetto mi ha subito entusiasmato e proprio in giorni così difficili parlarne credo sia significativo. Chi lo ha realizzato ha vissuto questi straordinari anni al Mann dall’interno, con noi. Il lavoro è stato lungo, scrupoloso, e potrei dire inedito dal punto di vista della narrazione. Ed è per questo che abbiamo deciso non solo di aprire le porte del museo ma anche di sostenere la produzione e di accompagnarne il percorso”.
Le riprese sono durate ben due anni, dall’inizio 2018 alla fine del 2019. Giulierini fa sapere che:
“Da quel ” Viaggio in Italia” di Rossellini con Ingrid Bergman rapita davanti a tanta bellezza, alla ” Napoli Velata” di Ozpetek fino al videoclip per la colonna sonora di ” Chiamami con il tuo nome” di Guadagnino il Mann è stato sfondo ed ispiratore del grande cinema. Con “Agalma” proviamo a raccontarci attraverso uno sguardo giovane. Con l’ambizione di una operazione culturale internazionale”.
La regista Doriana Monaco ha affermato che:
“Non solo opere d’arte ma opere materiche che necessitano di cura e abitano uno spazio in continuo movimento a discapito di un’idea di museo statico e immobile. Ho scelto la parola greca “Agalma” che significa statua, ma anche immagine. Per gli antichi Greci le statue rappresentavano un’icona che colmava un vuoto rappresentativo, ad esempio quello del divino”.
E ancora:
“Avrei desiderato scene silenziose e invece irrompeva il cosiddetto ” fuori”. Poi mi sono imbattuta nel saggio di Giuliana Bruno ” Atlante delle emozioni” che analizza la centralità dei ” rumori” di Napoli in alcuni film. E ho capito che la scelta era giusta”.
La produttrice, Antonella Di Nocera, racconta che:
“Per raccontare un luogo ricco di storia e arte necessitava uno sguardo ambizioso e fresco. E un rigore estetico non comune nel cinema documentario come invece è quello di Doriana. Le abbiamo affiancato una giovane filmmaker francese, Marie Audiffren, anche lei allieva di Filmap, una talentuosa montatrice, Enrica Gatto, con la quale ho già realizzato ” Pagani”, e giovani collaboratrici alla macchina e al suono come Rosa Maietta e Rosalia Cecere. Ci sono anche dei maschi, non li voglio dimenticare, sempre giovani: Martin Errichiello, Alessando Gattuso, Ennio di Donato e al suono in presa diretta Filippo Puglia”.
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