venerdì, Novembre 22, 2024
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De Magistris attacca De Luca: “Bisognerebbe avere cognizione, competenze e buon senso”

Il sindaco di Napoli ha espresso le sue perplessità circa la gestione dell’emergenza da parte della Regione Campania. “Nessun focolaio al Vomero” e  “Provvedimento di De Luca sul divieto di consegna di cibo a domicilio illogico, privo di fondamento giuridico e controproducente”; sono queste le risposte di De Magistris all’amministrazione De Luca.

Il braccio di ferro a distanza e virtuale tra De Luca e De Magistris prosegue, ordinanza dopo ordinanza, decreto dopo decreto. Nel corso di questa emergenza a più riprese i due leader si sono trovati in disaccordo con le scelte dell’altro e sul modo più adatto per affrontare e gestire la situazione. La cosa ha inevitabilmente portato ad una serie di botte e risposte tra i due.

Da un punto di vista cronologico l’ultimo atto di questa vicenda viene aggiunto dal sindaco di Napoli De Magistris; il primo cittadino, intervenuto a sull’emittente televisiva Telecapri, ha detto la sua sulla gestione e sulle ultime ordinanze emanate dal Governatore della Campania. In particolare De Magistris si è soffermato su due temi delicati e fondamentali: la questione focolaio nel quartiere Vomero e la questione consegne a domicilio; su quest’ultima, tra l’altro, De Luca e De Magistris hanno già avuto modo di confrontarsi negli ultimi giorni, parlando delle pastiere pasquali.

Riportiamo di seguito le parole del sindaco De Magistris su entrambe le questioni.

Focolaio al Vomero

Nelle ultime ore l’amministrazione regionale, sulla base di un aumento del numero di contagi nel quartiere Vomero, aveva avanzato l’ipotesi di un possibile e presunto focolaio nell’area. Non tarda ad arrivare la replica di De Magistris, che nel suo discorso non solo smentisce e allontana l’idea ma critica anche la mala gestione della situazione contagi della Regione; in particolare le attenzioni di De Magistris si concentrano sui focolai familiari.

Non esiste focolaio [al Vomero, n.d.r.]; esistono invece i cosiddetti focolai familiari: avendo lasciato in isolamento domiciliare le persone positive che non hanno necessita di cura ospedaliera accade al Vomero, come in altri quartieri, che gli ultimi 300/400 casi di contagio registrati a Napoli sono tutti familiari. Quindi è un focolaio domestico, la persona positiva sta quasi sempre infettando i familiari con cui convive. Questo perché non è stato ascoltato il nostro appello […] Se invece si fossero stabiliti dei luoghi in cui far passare la quarantena a persone positive avremmo avuto centinaia di casi in meno. E se a questi si fossero accompagnati una campagna di tamponi rapidi e mirati anche qui avremmo avuto una prevenzione migliore e molti meno casi. […] Bisognerebbe avere cognizione, serietà, competenze e buon senso, altrimenti si crea quello che si chiama procurato allarme.

Il sindaco di Napoli nello stesso intervento ha anche parlato del problema dei focolai ospedalieri. Ha inoltre espresso ulteriormente il suo disappunto sul presunto focolaio al Vomero, in quanto egli stesso sarebbe stato avvertito solo dopo sulla situazione; cosa inconcepibile in quanto, in qualità di Sindaco, De Magistris è la più alta autorità sanitaria della città. Il primo cittadino di Napoli ha il suo domicilio proprio nel vomerese.

Consegne a domicilio

Il dibattito sulle consegne a domicilio, uno dei pomi della discordia di questa emergenza, prosegue. De Luca, dopo aver impedito la consegna di pastiere, ha deciso di interrompere anche altri tipi di consegne a suon di ordinanze, tra cui anche quelle di libri.

 La mia – ha commentato De Magistris – è una posizione molto critica verso De Luca, il divieto di consegna del cibo a domicilio è un provvedimento illogico, privo di fondamento giuridico e controproducente sul piano sanitario: se porti cibo a casa c’è meno gente che lo va a comprare fuori. Sarei curioso di conoscere questo scienziato che lo ha suggerito al presidente della Regione o se è farina del suo sacco. Illogico anche il provvedimento regionale sulle aperture dei negozi per bambini, in Campania consentite solo due giorni a settimana e in alcuni orari determinati. In quei due giorni aperti ci andrà più gente e ci sarà assembramento. Sono cose che dobbiamo digerire, che sono illogiche, controproducenti e anche un po’ pericolose. Se Governo centrale e Regione si coordinassero tra di loro andremmo un po’ meglio tutti. La differenziazione di provvedimenti non ha funzionato in questa pandemia. Non sono riusciti a mettersi d’accordo e i cittadini ne pagano le conseguenze.

Buoni spesa

Durante le stessa trasmissione dedicata interamente al Coronavirus il sindaco di Napoli ha parlato anche delle misure messe in atto per i bisognosi e le persone più esposte durante questa crisi.

15mila famiglie napoletane stanno cominciando a usufruire dei buoni spesa. Le somme residue andranno a soddisfare le esigenze delle famiglie più povere. Arriveremo a 17mila famiglie. Il Governo deve rifinanziare l’operazione, con una manifestazione di interesse nuova, prevediamo di alzare la soglia in modo da arrivare non solo ai poverissimi ma anche a quelli che hanno tante difficoltà. Per utilizzare i buoni spesa basta recarsi al supermercato con la propria carta di identità.

Secondo il primo cittadino ci sarebbero inoltre molte persone che sono state dimenticate dalla Regione in questa emergenza (bambini con difficoltà o disabilità, i pazienti psichiatrici, categorie di persone lasciate in casa in quarantena da sole).

De Magistris ha inoltre aggiunto di star lavorando alla graduale riapertura del 4 maggio.

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