venerdì, Novembre 22, 2024
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Coronavirus: Negoziante Napoli, restrizioni? Sarà la fine​. A Conte e De Luca: “Ci serve aiuto”​

“Le restrizioni che vogliono imporci​ non faranno altro che condurre le nostre attività al fallimento,​ per questo chiedo al presidente Conte e al governatore De Luca​ di mettersi nei nostri panni”.

Dice di non essersi mai lamentato​ Luigi Atteo, giovane titolare di tre negozietti, uno dei quali​ nella centralissima via Toledo, a Napoli, il quale confessa all’Ansa di vedere un futuro​ a tinte fosche dinnanzi a se. La voce che Luigi vuol far sentire è la stessa di tanti altri​ suoi colleghi che gestiscono piccole attività commerciali in​ piccoli locali che si affacciano sul dedalo di vicoli della​ città antica. E’ giovane, si occupa di abbigliamento, ma è anche​ smaliziato e perspicace, sa che contingentare gli ingressi in​ negozietti come i suoi alla fine ne decreterà il fallimento.

“Le​ attività piu’ piccole – spiega – lavorano con l’affluenza, hanno​ margini bassi e quindi, non possono certamente sopravvivere​ facendo entrare due persone per volta”.

Luigi è un generoso, è uno che la vita l’ha sempre presa di​ petto e non si è mai arreso, anche quando la sorte gli è stata​ avversa:

“Ho sempre pagato le tasse, – afferma – non mi sono mai​ lamentato. Sono ‘morto’ a livello commerciale per ben due volte​ e non ho mai chiesto aiuto allo Stato. Con la mia bravura, con​ mia la fortuna e con l’aiuto di Dio sono riuscito a crearmi di​ nuovo un futuro”.

Luigi è stato anche intuitivo: dice di essere​ stato uno dei primi, a Napoli, a capire che l’epidemia si​ sarebbe abbattuta anche sull’Italia:

“già a febbraio dissi a​ miei ragazzi: ‘arriva pure qua, ci sono scambi commerciali​ importanti tra Cina e Italia‘. E così è successo. Sono​ ipocondriaco e ho deciso di chiudere senza esitare, senza​ pensare a incassi e guadagni”.

Dei suoi dipendenti però non si è​ dimenticato:

“sono tutti in cassa integrazione dagli inizi di​ marzo, ma non hanno ancora visto neppure un euro. Hanno famiglie​ da sfamare e ho anticipato io gli stipendi di marzo e aprile,​ prelevando denaro dagli utili dello scorso anno”. ​

Un gesto fatto senza pensare al proprio tornaconto anche se è​ costretto a sostenere le spese dei suoi negozi e delle due​ famiglie da mantenere:

“Devo pagare 10mila euro di affitto al​ mese e 13 dipendenti. Di certo non posso metterli in strada.​ Aiuto mio padre che fa l’operaio e guadagna mille euro al mese e​ aiuto anche mia suocera che ha perso il marito l’anno scorso a​ causa di un tumore. Prendeva 1800 euro al mese con l’indennità​ di accompagnamento. Ma la pensione, con reversibilità, si è​ ridotta a 430 euro. E paga un affitto di 500 euro al mese”.​

Chiedo a Conte e De Luca – ribadisce Luigi – di​ riconsiderare le disposizioni della ‘fase 2’. così come sono ci porteranno alla tomba. Lo so che è difficilissimo governare una​ regione, una nazione, però vi chiedo di tutelarci, anche a nome​ di tutti i piccoli commercianti di Napoli che si trovano nella​ mia stessa situazione. Sono da 38 giorni chiuso in casa senza​ guadagnare un solo euro, vivo con gli utili dello scorso anno e stavolta ho, anzi, abbiamo tutti bisogno di aiuto”.

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