Impazza in ogni dove il dibattito riguardante la cosiddetta fase 2, ed assieme a questo, la riflessione sull’opportunità di aprire alla mobilità dei cittadini o dare spazio a maggiore cautela.
Il governo al momento non si sbilancia: “C’è bisogno di altro tempo, la situazione è troppo complessa, gli indici dell’epidemia instabili”, ma l’insofferenza insorge e l’esigenza di rompere le righe preme sempre più, tanto che nella giornata di domani lo stesso Conte ha promesso di illustrare il piano con le linee guida per la ripartenza.
Il Dpcm, che dovrebbe uscire lunedì, è quindi già quasi pronto e da questo cominciano a trapelare informazioni importanti:
Secondo quanto trapelato, non sarà un “liberi tutti”, e non sarà neanche obbligatorio indossare la mascherina, tranne per quando si entra in negozi, bar, ristoranti bus o qualsiasi altro luogo pubblico.
Ulteriore importante indiscrezione riguarderà la possibilità di frequantare, con le dovute cauzioni, amici e parenti, senza la necessità dell’autocertificazione. Ovviamente questa aspettativa non deve assumersi come “assoluta”: I governatori di regione avranno comunque un ruolo molto influente e, nonostante le direttive spingano per l’apertura, non è detto che tutti obbediscano “alla lettera” alle line guida del governo.
Quanto alle riaperture, pare che si deciderà a cadenza bisettimanale, valutando quindi eventuali effetti sui contagi e, in ultimo, si concretizza l’ipotesi di una “patente” di sicurezza per le aziende che attesterà avvenute sanificazioni, distribuzione di mascherine, gel sanificanti e misurazione della temperatura all’ingresso per i dipendenti.
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