Il malcontento generato dal fermo industriale continua a dilagare e ad aumentare, insieme alle richieste degli imprenditori che invocano l’apertura dopo oltre 2 mesi di fermo totale.
A portare la sua testimonianza c’è Raffaele Anastasio, titolare di una azienda di cucine componibili “Aerre Cucine”, con sede ad Arzano in provincia di Napoli, che dai primi di marzo ha dovuto fermare il suo stabilimento e mettere in cassa integrazione tutto il suo personale a causa dell’emergenza Covid19.
“la fase 2 rischia di affondare il settore dell’arredamento – Dichiara Raffaele Anastasio – per la ritardata apertura al 18 maggio dei negozi di arredamento. L’Aerre cucine è una azienda strutturata al tipo di produzione “sartoriale”, ossia cucine realizzate su misura e personalizzate in ogni singolo dettaglio. In primis è fondamentale la ricezione degli ordini da parte dei nostri punti vendita, i quali vengono poi presi in carico dalla nostra azienda. La lavorazione “sartoriale” non prevede lo stoccaggio di pezzi in magazzino, quindi un ulteriore ritardo di 15 giorni per i il nostro ciclo produttivo è un tempo enorme. Scegliere una cucina è un momento importante che richiede tempo e tranquillità, non è un’attività che si presta alla creazione di assemblamento.”
Quindi a questo punto Il titolare dell’Aerre cucine si pone una domanda..
“che senso avrebbe richiamare il suo personale dalla CIGO (cassa integrazione guadagni) se non possiamo riaccendere i nostri impianti? Inoltre faccio un appello anche a nome dei miei dipendenti in quanto siamo a maggio e ancora devono ricevere nessuna retribuzione dallo Stato.”
Conclude Raffaele Anastasio facendo un appello sia a nome suo che a quello di tutti gli imprenditori chiedendo al Governo un intervento immediato che porti alla riapertura dell’intera filiera del mobile per evitare, prima che sia troppo tardi, un danno ancor più pesante al tessuto produttivo italiano.