Scuola – A Napoli, lo sciopero degli insegnanti: “Qui classi pollaio, distanziamento irreale”. Tutti insorgono per le incertezze nel settore scolastico.
A Napoli i sindacati di categoria si sono riuniti in piazza Plebiscito, davanti alla sede della prefettura, per manifestare contro alcune norme del decreto Scuola. “No” agli schermi in plexiglass, richiesta di maggiori investimenti e stabilizzazione del personale precario e anche attenzione a temi che riguardano l’istruzione sul territorio campano.
Il segretario generale della Uil Campania, Giovanni Sgambati, ha spiegato a Dire:
“Scioperiamo per far ripartire la scuola in sicurezza, da Napoli gridiamo con forza che fermare la scuola vuol dire fermare il Paese, che non investire nell’istruzione e nella conoscenza vuol dire pregiudicare lo sviluppo dell’Italia”.
Ottavio De Luca, segretario generale della Flc-Cgil di Napoli e della Campania, dice:
“L’interlocuzione con la ministra Azzolina non ha avuto esito positivo, non si risolve il problema della carenza di organico, non bastano gli investimenti per l’edilizia, non è sufficiente il personale Ata che deve occuparsi della sanificazione. Le aule sono state da sempre indecenti, se non siamo riusciti ad intervenire in modo ordinario, si avvii un intervento in questo momento straordinario”.
Per Rosanna Colonna, segretario Cisl Scuola Campania:
“Sul territorio regionale sono presenti ancora classi pollaio con 27, 30 perfino 33 alunni a classe. Qui la ‘classe ballerina’ proposta dalla ministra Azzolina non è possibile. Bisogna investire per dimezzare gli studenti in ogni classe iniziando ad aprire quelle tante aule vuole e inutilizzate che ci sono nei plessi della Campania”.
Antonietta Toraldo, coordinare regionale Fgu-Gilda Campania:
“Non si prevede la misurazione della temperatura, niente tamponi o test sierologici. Ci daranno le solite mascherine chirurgiche che non danno alcuna protezione né garanzia, alla maturità gli studenti avranno mascherine fai da te che non servono a molto. In virtù della Fornero noi docenti non possiamo andare in pensione, l’età media è 55 anni, le preoccupazioni sono tante. Il governo dimostra ancora una volta che sulla scuola non intende investire ma soltanto risparmiare”.
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