Chi era George Floyd? Qual è stata la dinamica alla base della sua morte? Chi sono i poliziotti coinvolti nel caso?
Non riesco a respirare: il caso George Floyd
Chiunque abbia acceso almeno una volta il computer, la televisione o la radio negli ultimi dieci giorni avrà sentito parlare dell’ondata di poteste che, al grido di #icantbreathe e #blacklivesmatter partendo dagli Stati Uniti, stanno scuotendo tutto il mondo [Leggi qui se vuoi sapere le iniziative a riguardo portate avanti a Napoli ed in Campania – INSERIRE LINK ALL’ALTRO ARTICOLO]
Le proteste sono state spesso pacifiche, talvolta invece addirittura violente, e sono iniziate dalla sera in cui George Floyd è morto.
La morte dell’uomo, un afroamericano quarantaseienne di Minneapolis, è avvenuta mentre era in corso un suo arresto da parte di alcuni agenti di polizia.
Un filmato amatoriale, diventato virale, mostra la morte agonizzante di Floyd: steso a terra con il ginocchio di Derek Chauvin – uno dei poliziotti – che gli preme sul collo, l’uomo continua a ripetere: I can’t breathe, non posso respirare.
Quelle saranno le sue ultime parole.
E’ complicato districarsi nella miriade di informazioni riguardanti questo argomento da cui siamo stati investiti nel corso di questi giorni. Chi era George Floyd? Qual è stata la dinamica alla base della sua morte? Chi sono i poliziotti coinvolti nel caso?
La dinamica della morte di Floyd
George Floyd era un afroamericano di Minneapolis. Come molte altre persone, ha perso il suo lavoro da buttafuori a seguito dell’emergenza covid19.
Come ricostruito dal New York Times attraverso tutti i filmati disponibili, la sera del 25 Maggio George Floyd si trovava in macchina con altre due persone. Sono circa le 20, e sembra che l’uomo abbia appena comprato da un negozio lì vicino – il Cup Food – delle sigarette.
Sembra che per farlo abbia usato una banconota falsa, ed è per questo che, come mostrano i filmati di sorveglianza, due dipendenti del negozio si recano alla sua macchina. Chiedono di riavere indietro le sigarette, ma si allontanano dall’automobile a mani vuote.
E’ questo il momento in cui viene chiamata la polizia.
Arriva dopo poco una prima vettura delle forze dell’ordine. Ne escono i poliziotti Thomas Lane e Alexander Kueng; il primo estrae la pistola ed intima a Floyd di mettere le mani sul volante. Riposta nuovamente la pistola nella fondina, costringe Floyd ad uscire dalla sua automobile, lo conduce al marciapiede e lo ammanetta. Di questi accadimenti esiste un video girato da una persona seduta nell’automobile dietro quella di Floyd.
Arriva una seconda volante della polizia, sulla quale viaggiano i due poliziotti Tou Thao e Derek Chauvin. Quest’ultimo si avvicina subito a Floyd, mentre l’agente Kueng cerca di farlo salire nell’automobile della polizia spingendolo. Chauvin lo fa invece stendere a terra.
Kueng, Lane e Chauvin bloccano Floyd facendo peso con i loro corpi, schiacciando gambe, torace e collo. Floyd è steso in terra a faccia in giù, le mani legate e tre poliziotti che lo bloccano, schiacciandolo al suolo. Questa scena è ripresa da un video girato da un passante.
Sono le 20:20, ed è in questo momento che si sente Floyd che comincia a rantolare I can’t breathe, Non riesco a respirare. L’agente Thao osserva la scena a pochi metri di distanza. Gli agenti richiedono a questo punto per due volte l’intervento di un’ambulanza: la prima volta parlano di un “codice 2” – ovvero “intervento non urgente” – e la seconda di un “codice 3” – “intervento urgente”.
L’agente Chauvin continua a premere per 8 minuti e 46 secondi sul collo di Floyd, ignorando le sue parole e non scostandosi nemmeno in seguito allo svenimento dell’uomo.
I passanti, che stanno filmando quanto accade, sono adesso in stato di agitazione e chiedono che qualcuno aiuti Floyd: Chauvin, come si mostra nello specifico nel video della diciassettenne Darnella Fraziel, non si muove nemmeno allora.
Arriva la prima ambulanza e Chauvin anche adesso rimane con il ginocchio sul collo di Floyd. Come riportato dai documenti ufficiali, l’agente Lane chiede per due volte a Chauvin se secondo lui non sia il caso di spostarsi e di girare Floyd da un lato, ma Derek Chauvin non si muove.
L’ambulanza chiede l’intervento dei Vigili del Fuoco per avere aiuto medico. Finalmente Floyd viene spostato su una barella, caricato in ambulanza e portato via. Dopo pochi minuti arrivano i Vigili del Fuoco, ma passeranno altri preziosi minuti prima che vengano loro date le informazioni necessarie affinché possano raggiungere l’ambulanza.
George Floyd ha un arresto cardiaco, e viene dichiarato morto alle 21:25 in un vicino ospedale.
I precedenti degli agenti coinvolti e il codice di Polizia di Minneapolis
Gli agenti Tou Thao e Derek Chauvin avrebbero già subito dei biasimi e delle lamentele per il loro operato, in precedenza. Chauvin è stato coinvolto in ben più di una sparatoria, durante una delle quali è anche morta una persona; Thao sarebbe stato richiamato per aver usato metodi brutali.
Nello specifico:
- nel 2006 l’agente Chauvin – che vanta ben 19 anni di servizio all’interno delle forze di polizia – fu uno dei sei agenti coinvolti nel cosiddetto “Caso Reyes“, durante il quale sei ufficiali spararono in una casa di Minneapolis. Non fu mai fatta chiarezza sull’uso, in quel contesto, delle armi da fuoco.
- Ancora nel 2006, Chauvin e sette agenti furono nominati in una causa presentata da un detenuto del Minnesota Correcional Facility a Lino Lakes. La causa fu archiviata l’anno seguente.
- Nel 2008 Chauvin intervenne quando Ira Latrell Toles, ventunenne, fu rinchiusa in un bagno. Quando il poliziotto entrò nella stanza Toles cercò di fuggire e non obbedì agli ordini della polizia. A questo punto, nei documenti Chauvin racconta di come la ragazza lo avrebbe aggredito e che, nella lotta derivata dall’aggressione, avrebbe cercato di afferrare la sua pistola. Il poliziotto sparò due colpi a Toles, colpendola all’addome.
- Nel 2011 Chauvin è stato temporaneamente congedato per aver risposto ad una sparatoria. Come riportato nei database dell’Ufficio di condotta di polizia della città, Derek Chauvin ha subito numerose denunce – nessuna delle quali ha avuto conseguenze disciplinari.
L’operato degli agenti nel caso che riguarda George Floyd, indelebilmente impresso nelle menti di coloro che hanno assistito alla scena o che hanno visto uno dei numerosi video presenti in rete, lascia sconvolti.
Le modalità con cui ha agito Derek Chauvin si discostano anche da quanto prescritto nel codice di comportamento della Polizia di Minneapolis: bloccare una persona a terra utilizzando il proprio peso e premendo il ginocchio sul collo è una tecnica che è sì concesso utilizzare – anche se molti altri corpi di polizia, giudicandola troppo pericolosa, l’hanno ormai vietata – ma soltanto quando una persona resiste attivamente all’arresto.
Come dimostrano le testimonianze ed i filmati, non era decisamente questo il caso di George Floyd.
Le accuse
Inizialmente, Derek Chauvin e gli altri tre poliziotti coinvolti erano stati licenziati.
In seguito alle proteste sempre più violente, alla fine Chauvin è stato arrestato. Inizialmente, l’accusa per lui era stata quella di manslaughter, omicidio colposo e third degree murder, omicidio di terzo grado: nell’ordinamento dello stato del Minnesota, l‘accusa che viene mossa quando si commette un omicidio compiendo un’azione pericolosa, aggravata dalla crudeltà – senza aver però avuto l’intenzione di uccidere una persona.
In seguito, l’accusa si è trasformata in omicidio di secondo grado. Si tratta di una tipologia di reato molto più grave, che comprende l’omicidio volontario e che potrebbe portare Chauvin a subire una condanna di 40 anni di carcere.
Gli altri agenti sono stati invece accusati di aver facilitato l’uccisione di George Floyd.
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