Sicignano degli Alburni è un piccolo paesino in provincia di Salerno, abitato da poche migliaia di abitanti.
Nei pressi del centro abitato c’è un monastero, ormai abbandonato, circondato da sterpaglie e dalle pareti ricoperte di rampicanti. L’aspetto di questo luogo ormai restituito alla natura non è, a prima vista, spaventoso – ma nessuno vi si avvicina più.
Il monastero viene evitato da tutti i locali e guardato con sospetto da chiunque conosca la sua storia. Gli abitanti di Sicignano lo chiamano “Il monastero dei Monaci del Diavolo” e le leggende dicono che sia infestato da un fantasma.
Non si tratta, tuttavia, di un fantasma simile ai tanti di cui abbiamo sentito parlare nelle altre leggende della Campania: questa presenza è pericolosa e crudele, consumata da un desiderio di vendetta violento e spietato.
Quest’oggi, #BussoLaLeggenda vi racconta la leggenda del fantasma di Sicignano e del Monastero dei monaci del Diavolo: è una storia di assassinii, amore, vendette, stregoneria ed omicidi.
Il Mendicante
La leggenda narra che un giorno, alle porte del Monastero Benedettino di Sicignano, bussasse un uomo: si trattava di un mendicante, malato ed affamato, che i monaci accolsero subito.
Lo nutrirono, gli prepararono un letto e cercarono di curarlo, ma le sue condizioni erano così disperate da spingerli a dargli persino l’estrema unzione. Contro ogni pronostico, dopo molti giorni di malattia, febbre e delirio, il mendicante guarì.
Per ricambiare i monaci della loro gentilezza e del loro spirito cristiano, il mendicante rimase nel monastero a prestare la propria opera: lì dove c’era da compiere una qualsiasi fatica il mendicante interveniva. Riparava oggetti, portava pesi, sbrigava commissioni; ben presto, per i monaci, divenne un aiuto irrinunciabile.
Il mendicante, dal canto suo, si affezionò ai suoi compagni e quella vita semplice e cristiana. Dopo qualche anno, decise di prendere i voti e diventare monaco lui stesso – mai scelta fu tanto triste ed infausta.
L’amore tra un Monaco ed una Strega
Accadde infatti che il novello monaco incontrò un mattino una donna china a raccogliere delle erbe nei pressi del monastero. Si trattava di una ragazza bella e gentile: parlando con lei, il monaco scoprì che veniva dalla vicina cittadina.
I due cominciarono ad incontrarsi spesso, e giorno dopo giorno si compì il loro destino: si innamorarono perdutamente l’uno dell’altra. La loro fu una storia di perdizione e bruciante passione.
Ben presto, tuttavia, gli altri monaci li scoprirono. Sconvolti, turbati ed invidiosi della relazione che il monaco aveva intrecciato con la ragazza, decisero di punirli.
Imprigionarono l’uomo, punendolo affinché espiasse i suoi peccati carnali. E se questo vi sembra un triste destino, sappiate che la sua amata fu molto più sfortunata: venne accusata di stregoneria, torturata e seviziata. Alcune versioni della leggenda dicono che le inflissero tali tormenti da condurla alla follia e poi e alla morte; altre che le torture la spinsero a confessare di essere una strega e che morì arsa sul rogo.
In entrambi i casi, la povera ragazza morì e i due amanti non si videro mai più.
La Vendetta
Il monaco liberato, venuto a conoscenza della terribile sorte toccata all’amata, ne fu distrutto.
La leggenda, già a questo punto a tinte fosche, a questo punto diventa ancor più oscura: gli altri monaci che vivevano nel monastero, coloro che si erano resi responsabili della crudele morte dell’amata fanciulla, morirono uno dopo l’altro in circostanze misteriose.
Il monaco liberato divenne capo del monastero e tutti gli abitanti di Sicignano presero ad evitare quel luogo, convinti, per via delle numerose morti che vi si erano verificate, che fosse maledetto.
Alla fine, il monaco morì e da allora si dice che il suo fantasma continui ad infestare il monastero, ancora ricolmo d’odio e sete di vendetta per l’ingiusta e crudele morte toccata al suo amore.
La carrozza ed il bosco
Dopo moltissimi anni dalla morte del monaco, un giorno un uomo ed una donna di nobile lignaggio si diressero al monastero con la loro carrozza. Sembra che fosse una notte di tempesta, buia e gelida: marito e moglie chiesero ospitalità al monastero per quella notte e dunque si fermarono lì.
Ma accadde qualcosa di terribile: la carrozza fece infatti ritorno a Sicignano, ma a bordo c’era solo il marito. Non si sa come fece a rientrare e nemmeno chi avesse guidato i cavalli: l’uomo a bordo, infatti, era morto. Col cranio fracassato ed il viso distrutto, sedeva con la testa penzoloni e sanguinante sulla carrozza.
Questa terribile circostanza rinfocolò le braci della leggenda: ad ucciderlo era stato, si diceva, il fantasma del monastero di Sicignano!
La storia più recente riguardante il fantasma ed il monastero maledetto risale, infine, al recentissimo 1989.
Un gruppo di ragazzi, inoltratisi nel bosco, avrebbe ad un certo punto scorto una figura strana e misteriosa accanto alle mura del monastero. L’uomo, vestito come un monaco, si diresse verso si loro, avanzando lentamente tra i rovi e le fronde degli alberi; i ragazzi, terrorizzati, scapparono.
Uno di loro cadde e venne raggiunto dalla figura, che si chinò su di lui sussurrandogli nell’orecchio parole in una lingua sconosciuta prima di allontanarsi e svanire nel nulla.
Il Monastero dei monaci del Diavolo di Sicignano
Una storia terribile appesantisce l’aria che circonda il monastero abbandonato di Sicignano.
Che crediate o meno ai fantasmi, una cosa è sicura: le sue mura sono intrise del sangue di un’innocente e di quello dei suoi carnefici e in ogni caso questo basta a rendere quel luogo un monastero maledetto.
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