La Campania offre una miriade di sentieri per esplorare la natura e le bellezze del suo territorio. Ecco 10 imperdibili mete per escursioni mozzafiato.
Con la primavera a riscaldare le nostre giornate, passeggiare immersi nella natura e nel suo silenzio sembra una buona idea per godere di una ritrovata libertà, soprattutto dopo le restrizioni dovute all’emergenza da Covid-19, tra le quali anche la chiusura di molte zone ‘green’, dalle aree comunali ai percorsi naturalistici. Che fiancheggino la costa o si immergano nella più incontaminata montagna, la Campania offre una grande varietà di sentieri e di scorci memorabili! Ecco 10 idee per chi vuole unire la voglia di trekking a viste eccezionali.
Tra mare e monti: ecco 10 sentieri mozzafiato della Campania
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Sentiero del Mediterraneo
Cominciamo dal Cilento e, in particolare, da Marina di Camerota (SA). Lo facciamo con uno dei sentieri più rappresentativi di una Campania che unisce panorami costieri suggestivi alla natura selvaggia. Il Sentiero del Mediterraneo inizia presso la spiaggia di Lentiscelle, con un percorso che sale fino al Monte di Luna e si immerge nella tipica macchia mediterranea.
Il sentiero, selvaggio e rurale, è caratterizzato da salite, anche un po’ ripide, e discese. Percorrendolo, si giunge prima alla spiaggia del Pozzallo, e poi alla Cala Bianca, dalle acque cristalline e dalla sabbia bianca – come suggerisce lo stesso nome. La vista dal sentiero è davvero imperdibile, con l’azzurro del mare che risalta contro la costa disegnandone i contorni.
Meta finale dell’itinerario è la Baia Infreschi, riserva marina protetta e porto naturale, ancora custode di un paesaggio incontaminato, eletta nel 2013 da Legambiente anche spiaggia più bella d’Italia, attraverso un sondaggio web che ha raccolto migliaia di preferenze. La Baia degli Infreschi è tra le più famose del Cilento, caratterizzata da falesie e grotte, sottomarine e di superficie. Le grotte, in particolare, sono anche di importante rilievo storico, poiché in quest’area sono state rinvenute tracce di uomini primitivi.
Notizie utili
Il segnavia è bianco-rosso, ma occorre prestare sempre attenzione alle indicazioni, che non sempre possono risultare ben visibili. Data la posizione del sentiero è opportuno anche evitare le ore più calde della giornata o la piena estate. Il dislivello è di circa 400m e il sentiero è lungo circa 5 km in andata.
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Cascate “Capelli di Venere”
Restiamo in Cilento, ma questa volta nella sua parte montuosa. Ci spostiamo a Casaletto Spartano (SA), paesino arroccato nel pieno del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. Qui parte il sentiero che porta alle cascate Capelli di Venere. Questo nome particolare deriva da una pianta, detta “capelvenere”, che cresce proprio nel punto in cui sgorga la cascata.
L’itinerario parte da Casaletto Spartano e, attraverso un saliscendi, giunge all’oasi Cascate Capelli di Venere. Il percorso si snoda in uno scenario quasi fiabesco, costeggiando il fiume e addentrandosi in un piccolo bosco. Una tappa imperdibile per chi visita il Cilento!
L’oasi
Le Cascate Capelli di Venere, ch si trovano nel cuore dell’oasi che prende il loro nome, si formano dal Rio Bussentino. All’interno dell’oasi si snodano sentieri naturalistici per gli amanti del trekking, con ponti che forniscono all’intero paesaggio un carattere ancora più fiabesco. Le cascate, con il loro meraviglioso gioco di luce sulla vegetazione, sorgono proprio nei pressi di un ponte di origine normanna, vicine a passerelle in legno.
Attenzione, però, ad immergervi nell’acqua delle piscinette che si creano nell’oasi: qui la temperatura è gelida, difficilmente sopportabile anche d’estate!
Dopo aver percorso i sentieri ed essere stati affascinati dalle cascate, si può raggiungere l’area attrezzata, dove si può godere di un po’ di relax, con tavolini e barbecue. Per accedere all’oasi delle cascate “Capelli di Venere” bisogna fare un biglietto (costo 3 euro). Con questo, si può accedere alle cascate e all’area attrezzata.
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Sentiero degli Dei
Sulla cima dei Monti Lattari, nel cuore della Costiera Amalfitana, si trova uno degli itinerari escursionistici probabilmente più conosciuti in Italia e nel mondo. Il Sentiero degli Dei si snoda lungo una parte della costiera, partendo da Bomerano di Agerola e arrivando a Positano, presso la località di Nocelle. Il panorama che si può osservare lungo il sentiero è davvero suggestivo. Divino, proprio come lascia intendere il suo nome.
Il percorso è lungo 10 km, è della durata di circa 7 ore e presenta un dislivello di circa 600 metri. Questo incantevole sentiero, in realtà, si sviluppa su due livelli: un sentiero ‘alto’, un po’ più impegnativo per la presenza di più tratti in salita, e quello ‘basso’, meno faticoso.
Lungo questo percorso si percepisce la connessione con la natura costiera incontaminata, tra scorci paesaggistici di ineguagliata bellezza e una vista su un mare da cartolina. Dall’alto della montagna, a picco sul mare, è possibile godere di un’incantevole vista su tutto il territorio circostante: il golfo di Salerno, l’isola di Capri, la penisola sorrentina sono solo alcune delle bellezze che offre questo sentiero. Un panorama da togliere il fiato. In più, la natura qui si sviluppa rigogliosa: si è circondati dalla vegetazione tipica della costiera e da piccoli boschi.
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Sentiero dei Limoni
Restiamo in costiera amalfitana per parlare del Sentiero dei Limoni. Nessun nome sarebbe stato più iconico per questo luogo, d’altronde, data la connessione con il prodotto tipico di quest’area della provincia di Salerno. Percorso abbastanza facile, che da Maiori giunge a Minori, il Sentiero dei Limoni lascia che i visitatori si immergano in quell’antica atmosfera di un passato pre-industriale, con un’esperienza a trecentosessanta gradi. Qui i colori della macchia mediterranea si uniscono a quello dei famosi agrumi e al verde dei terrazzamenti costieri, risaltando sullo sfondo dell’azzurro del mare. In estate, se si è fortunati, è possibile anche assistere alle fasi della raccolta dei limoni.
Prima della costruzione della statale amalfitana, questo sentiero era l’unico collegamento tra i due paesi della costiera che attraversa, l’unica alternativa al mare. Oggi, questo percorso racconta la storia di questo angolo di costiera, tra i suoi villaggi arroccati e una vista spettacolare sulle sue insenature. Il percorso è piuttosto breve, della durata media di un’ora. Per la gran parte è pavimentato, ma bisogna tenere in considerazione una caratteristica tipica: tante scale, sia in salita che in discesa.
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Sentiero della Baia di Jeranto
Da un lato all’altro della costiera, questa volta il versante è quello sorrentino. Il Sentiero della Baia di Jeranto inizia a Termini, una frazione di Massalubrense (NA). Ma lo si può incontrare e imboccare anche da via Jeranto, nella piazzetta di Nerano. Il percorso prevede diversi punti panoramici, tra i quali quello di Villa Rosa, dove visse anche Norman Douglas che proprio qui scrisse il suo “Siren Land”. Dopo la Grotta delle Noglie, si giunge a Crinale di Spirito, dal quale si può godere di una splendida vista sui Faraglioni di Capri, su Punta Campanella, sulla costiera amalfitana. Ma si possono amminare anche gli isolotti de Li Galli e la Baia di Jeranto. Successivamente, si segue per la proprietà FAI, per raggiungere infine la spiaggetta di Capitiello.
La Baia di Jeranto, bene del FAI, è una delle aree più suggestive dell’area marina protetta Punta Campanella. Probabilmente derivante dal greco ‘Jerax’, ovvero ‘rapace’, il nome del percorso e della baia si riferirebbe alla forma del promontorio. La spiegazione più ‘divina’, invece, farebbe derivare la parola dal greco ‘Ieros’, ovvero ‘sacro’. Ciò si ricondurrebbe alla presenza del tempio di Athena presso la vicina Punta Campanella, e a questo tratto di mare che, mitologicamente, sarebbe stato caratterizzato anche dalla presenza delle Sirene.
Oltre agli uliveti, che caratterizzano il percorso soprattutto per la sua prima parte, la vegetazione è quella tipica della macchia mediterranea, i cui colori, nelle giornate terse, si stagliano contro il vivido azzurro del Mediterraneo. Il percorso non presenta segnaletica, né orizzontale né verticale, quindi bisogna prestare massima attenzione. Piuttosto breve – si tratta di un paio d’ore circa a/r – questo itinerario è lungo circa 3 km ed è piuttosto difficile.
Per tutte le informazioni, si possono consultare i siti del Cai dei Monti Lattari e del FAI, o anche quello della pro-loco di Massa Lubrense.
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La Valle dei Mulini
Collocato nei pressi di Gragnano, il sentiero che porta alla Valle dei Mulini era un tempo meta anche degli intellettuali e degli artisti impegnati nel Grand Tour e faceva parte del percorso che da Castellammare di Stabia conduceva ad Amalfi.
È possibile arrivare alla Valle dei Mulini da Prato San Pietro, passando per la Fucina dei Carlini, e percorrendo la mulattiera. Ma sono diversi i sentieri che si snodano e che attraversano la Valle dei Mulini, che in sé è lunga solo 2 km. Questo probabilmente perché l’intera zona veniva utilizzata come luogo di passaggio ‘di terra’ tra le due ‘costiere’.
L’itinerario, caratterizzato da natura selvaggia, boschi, ruderi della valle dei Mulini, è ricco di storia. La valle prende il nome dai locali mulini che vi si trovavano già a partire dal XIII secolo, e sfruttavano la portata d’acqua discontinua del torrente Vernotico. Le prime concessioni di alcuni feudatari per azionare le macine “in flumine Graniani” risalgono, infatti, alla seconda metà del tredicesimo secolo.
Il percorso risulta un po’ difficile a causa dei suoi significativi dislivelli. Dunque, chi non è allenato per questo tipo di escursione può pensare di percorrerne solo la prima parte (ca. 1 ora), la quale comunque permette di immergersi a pieno nella natura e nella storia di questi luoghi. Percorribile interamente in circa 3,5 ore, l’itinerario è caratterizzato da ponti di legno, passerelle, canali, cascate, la grotta dei Darden e tanti altri luoghi suggestivi.
Per tutte le informazioni è possibile consultare il sito web della Valle dei Mulini.
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La Valle dell’Inferno
Affascinante quanto tenebroso, “Valle dell’Inferno” sembra il nome adatto ad un’area sulle pendici del Vesuvio, nel cuore dell’omonimo Parco Nazionale.
Il sentiero comincia da Ottaviano (NA), in particolare da Largo Angelo Prisco, ed è caratterizzato dal tipico scenario delle pendici del vulcano campano: ginestre, in primis, ma anche roccia lavica, con caratteristiche bocche eruttive e cunicoli, il che rende unico il paesaggio e gli conferisce un tono selvaggio, inesplorato. Affiancando il Gran Cono del vulcano, ci si addentra nella Valle dell’Inferno, caratterizzata dalla fauna e dalla flora tipiche dell’area del Vesuvio.
Il sentiero è lungo circa 12,5 km (a/r) e percorrendolo si raggiungono i 1000 metri sul livello del mare. Il tempo di percorrenza stimato è di circa 7 ore e la difficoltà è elevata, quindi adatto soprattutto ad escursionisti esperti. Tuttavia, il gioco vale la candela, poiché agli occhi dei visitatori il territorio sottostante sembra sconfinato. Dall’area nocerina a quella nolana, dai Monti Lattari al cratere del Vesuvio che emerge ad un certo punto del percorso.
Per maggiori informazioni sulla storia e sulla natura del percorso è possibile consultare il sito web del Parco Nazionale del Vesuvio.
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Parco del Matese
A Nord della provincia di Caserta, al confine tra Campania e Molise, troviamo l’area protetta del Parco del Matese, con i suoi fiumi e torrenti (Titerno, Tammaro), i suoi laghi (Letino, Matese), i suoi monti (Mutria, Miletto, Gallinola). Insomma, ce n’è per tutti i gusti.
L’area del Matese è ideale per chi ha voglia di escursioni su sentieri naturalistici, caratterizzati da una ricca fauna e da una vegetazione mediterranea lussureggiante. Percorribili non solo a piedi, ma anche in mountain bike. Il Matese presenta diversi sentieri, sviluppati sull’antica rete di percorsi dell’area, facilmente percorribili e individuabili grazie alla segnaletica.
Oltre alle passeggiate nel cuore della natura, quest’area offre la possibilità di svolgere una varietà di attività, come passeggiate in mountain bike, a cavallo, arrampicate su roccia, voli in deltaplano o col parapendio. Grazie alla sua conformazione, il Parco del Matese è adatto anche ad escursioni speleologiche.
Per sapere di più sull’area del Matese, date uno sguardo al sito del Parco Regionale.
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Monte Cervati
Restiamo in montagna, perché con i suoi 1899 metri, il monte Cervati è la cima più alta della Campania. Situato nel Parco del Cilento e Vallo di Diano, il monte è raggiungibile da diversi punti, attraverso vari sentieri, ognuno con le sue specificità. Tra questi, il sentiero storico della Madonna della Neve, ma anche quello da Monte San Giacomo.
Un altro itinerario possibile è quello che inizia e termina a Piaggine. Si tratta di un sentiero piuttosto difficile, con un dislivello di circa 750 metri. Il sentiero include diverse tappe intermedie, come la Fontana di Caciocavallo, quella degli Zingari, il Santuario della Neve quasi in vetta. Un sentiero di montagna complesso ma suggestivo, con vista sul Monte Bulgheria, Monte Scuso, Monte Gelbison e Monte Stella.
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Monte Faito
Il Monte Faito (1131 metri) è una delle cime più conosciute della catena dei Monti Lattari. La veduta dal monte è spettacolare, poiché abbraccia alcune tra le mete più affascinanti della regione: penisola sorrentina e costiera amalfitana, Capri, Golfo di Napoli, Vesuvio, Golfo di Salerno.
Sul Monte Faito si intrecciano diversi sentieri, in un ‘labirinto’ di vie che vanno su e giù per il monte costiero. Tutti i percorsi sono caratterizzati da boschi, sorgenti, flora e fauna tipica dell’area, alcuni anche da aree per picnic. Uno fra gli itinerari più noti è quello verso Monte San Michele (1444 metri), noto per la sorgente dell’Acqua Santa che, secondo la leggenda, fu San Michele Arcangelo stesso a creare. Il sentiero dell’Angelo inizia con la salita Quisisana e sale su, fino alla cresta del Monte Faito, passando per la sorgente Acqua dei Porci. Prima della salita per il santuario di San Michele, scende per poi avviarsi verso la base del monte ‘Molare‘, la più alta dei Lattari.
Altri sentieri sono quello da Campo del Pero a Monte Cerasuolo, quello di Croce della Conocchia, quello che dal Centro Sportivo porta a Moiano. Per arrivare sul Monte Faito si può prendere anche la funivia da Castellammare di Stabia. È possibile salire sul Monte anche da Vico Equense, raggiungendo il piazzale di cava in auto, procedendo poi in escursione per il resto del tragitto.
Il dislivello dei percorsi è variabile. I tempi di percorrenza variano in base al sentiero.
Sul sito web del Cai dei Monti Lattari sono elencati alcuni dei percorsi più interessanti.
Da ricordare
Nonostante alcuni percorsi abbiano riaperto dopo le chiusure a causa del Covid-19, altri potrebbero essere soggetti ancora a restrizioni. Dunque, meglio accertarsi circa le condizioni dei parchi e dei percorsi, prima di cominciare l’avventura. Anche gli escursionisti dovranno rispettare pertinenti disposizioni nazionali e regionali sulle norme anti-contagio, mantenendo le distanze e usando dispositivi di protezione.
Ricordate di prestare sempre attenzione sui sentieri, di verificare le condizioni meteorologiche, e di controllare se la tipologia di difficoltà dell’itinerario è adatta a voi. Inoltre, è necessario attrezzarsi per bene, con scarpe da trekking e con abbigliamento idoneo. Fondamentale è avere uno zaino con tutto il necessario, finanche per un’intera giornata nel caso dei percorsi più lunghi e difficili.
Il Sentiero dei Parchi
Per celebrare le bellezze naturali di cui è ricco il nostro territorio, e in seguito a un’intesa tra il Ministero dell’Ambiente e il CAI (Club Alpino Italiano), è nato il progetto di un “Sentiero dei Parchi”, costituito da 25 Parchi Nazionali italiani.
Questo sentiero collegherà i parchi e le riserve dell’Italia in un unico percorso, con l’obiettivo di favorire un turismo sostenibile, promuovendo le aree protette e naturali presenti sul nostro territorio, di diffondere la cultura dell’ambiente e di valorizzare la biodiversità e le identità locali. Tutto questo sembra ancora più importante nel periodo post-Covid-19. Per gli escursionisti che percorreranno l’itinerario ci sarà anche la possibilità di ottenere un passaporto, come riconoscimento simbolico delle proprie imprese.
“Un itinerario escursionistico che toccherà tutti i 25 Parchi Nazionali del nostro Paese, che avrà come spina dorsale l’attuale Sentiero Italia CAI”, ha spiegato il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa. “I parchi nazionali sono uno scrigno della natura – ha continuato il ministro – bisogna garantirne la conservazione, ma anche la fruibilità”.
Come ha fatto notare il ministro, oltre all’importante accordo tra Ministero e CAI, un altro segnale positivo a favore della valorizzazione dell’ambiente sarebbe la destinazione di 35 milioni di euro nel periodo 2020-2033 alla manutenzione e al potenziamento delle reti sentieristiche.
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In foto: Cascate Capelli di Venere: Fonte Wikimedia Commons. Valle dei Mulini: Fonte Wikimedia Commons.
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