Che cos’è l’amore?
Immaginate di essere condotti in un giardino bellissimo, profumato e lussureggiante e di essere circondati da decine di rose, tutte diverse tra loro per forma e colore; immaginate anche che questo sia un luogo incantato, dove anche i fiori hanno una propria voce.
Guidati da un gentile accompagnatore lungo le strade di questo eden intriso di magia, vi fermerete ad ascoltare i racconti delle rose incontrate durante il cammino? Ciascuna di loro vi parlerà d’amore in modo diverso, cercando di rispondere all’annosa domanda “Ma che cos’è, alla fine, l’Amore?“.
In qualcuna delle loro voci potreste rispecchiarvi e alcune, invece, tenteranno di avvelenarvi: quale sarà la vostra Rosa, il vostro modo d’amare? Abbraccerete una rosa profumata o una piena di spine? Godrete di un dolce veleno o di una deliziosa fragranza? Qual è l’Amore che vi appartiene?
Queste sono le premesse alla base del libro scritto da Ferdinando Palladino, “Ventiquattro Rose”. Si tratta di un libro senza dubbio particolare e diverso dagli altri, che, pur avendo una struttura decisamente lineare, risulta molto ambizioso.
Una poesia in prosa
Una delle prime cose che inevitabilmente colpisce il lettore che si approccia alla lettura di “Ventiquattro Rose” è lo stile con cui il libro è stato scritto. Non a caso evitiamo la parola “romanzo”: pur essendo scritto in prosa e non essendo affatto un saggio, questo volume non è un romanzo.
Il suo protagonista è il lettore e non c’è alcun intreccio narrativo, ma solo la voce evocativa e delicata delle rose che popolano il giardino. Si tratta di un libro particolare dallo stile quasi barocco; lo si potrebbe definire una poesia in prosa.
La lettura è molto piacevole, ma inevitabilmente lenta: lo stile allusivo e suggestivo e le ripetizioni che spesso si incontrano nel corso del libro rallentano lo sguardo. Questo non è necessariamente un difetto, ma una caratteristica di questo volume: è necessario leggerlo piano, sorseggiandolo come si farebbe con un liquore, gustandolo e senza cercare di tracannarlo troppo in fretta.
Un giardino Occidentale
La voce delle rose rispecchia il bagaglio culturale dell’autore: ci sono chiari riferimenti alla psicologia del ventesimo secolo e sono presenti numerose immagini che rievocano il background cristiano-cattolico tipico dell’Italia – sfondo religioso con cui spesso le rose sono in disaccordo e da cui si allontanano, ma che rimane punto di riferimento nel corso della narrazione anche se come antitesi.
Si parla di peccato e di piacere, di Io, Desideri e Libertà: il giardino in cui la voce suadente di Palladino ci conduce è indubbiamente Occidentale. E’ un vero e proprio giardino dell’Eden, ma qui, invece di mele e serpenti, ci sono Rose e terribili Spine.
A chi è consigliato “Ventiquattro Rose”?
“Ventiquattro Rose” è consigliato a tutti coloro che sono abituati a leggere poesie e che amano uno stile evocativo; a tutti coloro che si domandano quanti modi d’amare esistano; a chiunque, nel corso della propria vita, sia stato contemporaneamente sedotto e ferito dalle rose dell’amore.
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Titolo: Ventiquattro Rose
Autore: Ferdinando Palladino
Copertina (flessibile): 165 pagine
ISBN: 979-8650246695
Prezzo: 9,50 euro
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