Questa settimana #BussoLaLeggenda vi parla della casa stregata di Raviscanina.
Creature abitudinarie
La nostra vita è costellata di piccoli rituali e tradizioni personali: c’è chi non rinuncerebbe mai a bere un caffè dopo pranzo e qualcuno che invece non riesce a immaginare di concludere le proprie serate senza la compagnia di un buon libro.
Gli esseri umani sono creature abitudinarie: a quanto pare, i fantasmi lo sono ancor di più.
A giudicare dalle storie dell’orrore, dalle leggende e dai racconti terrorizzati di coloro che dicono d’averne incontrato qualcuno, sembra proprio che siano più dure a morire le abitudini delle persone a cui appartengono. I fantasmi si manifestano infatti ai vivi continuando a svolgere le attività che erano soliti compiere in vita e ripetendo eternamente i loro ultimi attimi.
In questo modo, nei corridoi dei luoghi dove hanno vissuto, continuano a risuonare i loro passi e le loro voci: sembra che i fantasmi non abbandonino mai le proprie case. Le dimore più antiche si trasformano così in un palcoscenico dove i destini di vivi e trapassati s’incrociano in un macabro valzer.
Anche in Campania c’è un luogo simile: stiamo parlando della casa stregata di Raviscanina, in provincia di Caserta. Ci sono decine di racconti e leggende riguardo quest’abitazione, diventata teatro di prove di coraggio e sfortunate convivenze, e questa settimana #BussoLaLeggenda, con un brivido e un piede già fuori la porta, ve ne racconta alcune.
Il Cimitero
Su una stradina di provincia si affaccia una casa antica, ormai disabitata.
La casa è circondata da un giardino che s’intuisce essere stato un tempo lussureggiante e bellissimo, ma che ormai, dopo anni di incuria, ha un aspetto selvatico e spaventoso. L’edera ricopre parte delle mura dell’abitazione come a volerla divorare e da decenni nessuno coglie i frutti del melo che troneggia nel giardino: ogni cosa sembra essere caduta in disgrazia e tutto versa in uno stato d’abbandono.
La casa ha più di cent’anni e sin dall’inizio il suo destino è stato segnato. Le storie dicono infatti che quel luogo maledetto sia sorto su di un cimitero e che, durante i lavori di costruzione, nessuno abbia avuto la premura di non disturbare il sonno dei morti; dissotterrati i loro corpi senza alcuna gentilezza, si dice che da allora gli spiriti di quei disgraziati abbiano infestato l’abitazione portando sventure e costringendo alla fuga chiunque vi abbia abitato.
I due bambini
Tra le vittime di questa maledizione si dice che ci siano stati anche due bambini, morti a distanza di anni l’uno dall’altra e senza alcun legame apparente tra di loro.
Il primo a morire sembra essere stato un bambino, forse il figlio della famiglia che originariamente abitò la casa maledetta. Il piccolo, correndo nei corridoi dell’abitazione, fu distratto da qualcosa – o qualcuno – e cadde dalle scale. La caduta fu fatale: il bambino morì sul colpo, lanciando nella disperazione la famiglia che dopo pochi mesi abbandonò la casa.
La seconda a morire fu una bambina. Dalla finestra della casa l’attenzione della fanciulla venne attirata da una farfalla – si trattava di una creatura meravigliosa e insolita, colorata e maestosa. Fatalmente attratta da quella visione, la bambina si allontanò dalla casa per raggiungerla e seguendo l’insetto s’inoltrò nel bosco che all’epoca circondava l’abitazione. Venne ritrovata morta il mattino dopo, riversa in terra tra i cespugli, e nessuno riuscì mai a scoprire la causa della sua morte.
Da allora si dice che agli altri fantasmi si siano aggiunte le anime di questi due bambini che continuano, lei dal giardino e lui dalle scale, a spaventare chiunque metta piede nella dimora maledetta. Di tanto in tanto, qualcuno vede volare, nel giardino, una splendida farfalla colorata.
Il violino
La casa era molto bella, il giardino curato e profumato, e per questo non mancava mai chi, in barba alle leggende e alle dicerie, si trasferiva nella casa stregata: nessuno durava più di qualche mese. In molti raccontarono di accadimenti assai strani verificatisi tra le mura della lugubre dimora e, tra le testimonianze più famose, c’è quella di una coppia di sposi novelli che si trasferirono nella casa all’inizio degli anni sessanta.
La prima notte in cui dormirono nella loro nuova casa il sonno dei due sposi venne disturbato da un terribile rumore di vetri infranti. Convinti che venisse dalla camera accanto in quella in cui stavano riposando, i due vi si recarono di corsa per verificare cosa fosse accaduto ma, quando spalancarono la porta stringendo tra le mani armi di fortuna, con loro sorpresa scoprirono che niente sembrava essere fuori posto. Per un istante pensarono d’aver immaginato quel rumore così terribile ma poi si resero conto che così non poteva essere: l’avevano udito entrambi nello stesso momento.
Le stranezze, però, non si conclusero lì. Iniziarono infatti a verificarsi fatti che, per quanto innocui, terrorizzarono la giovane coppia: i cassetti si aprivano o si chiudevano improvvisamente davanti ai loro occhi increduli, le porte sbattevano violentemente e le finestre si spalancavano. I due cercavano di darsi delle spiegazioni razionali che giustificassero quanto stava accadendo: si dicevano che doveva essere colpa del vento e delle correnti e che i rumori che di tanto in tanto sentivano potessero essere causati dal legno vecchio e scricchiolante del parquet o forse da degli animali – magari dei topi.
Ma alla fine accadde qualcosa che non poteva essere causato né da agenti atmosferici né da animali infestanti: nella notte nella casa cominciò a riecheggiare il melodioso suono di un violino. Uditrice involontaria di quell’inquietante e virtuoso concerto che si ripeteva ogni notte, devastando il loro sonno e terrorizzandoli, la coppia alla fine si arrese e, come tutti coloro che li avevano preceduti, traslocarono dopo pochi mesi.
Mentre si allontanavano videro due piccole sagome che li salutavano da lontano, uno da dietro la finestra della casa e l’altra dal giardino…
La casa stregata di Raviscanina
Le leggende, lo sappiamo, non sono quasi mai vere e intorno ai racconti dell’orrore ricama sovente la fantasia di qualche burlone.
Nonostante le storie e le dicerie, forse non in realtà i fantasmi non esistono, e magari – chissà – in quella casa non è mai morto nessuno. Ogni cosa potrebbe essere frutto di suggestione e paura e forse gli sposini di cui vi abbiamo raccontato avevano ragione: si sarà trattato solo del vento e dei topi, al massimo di qualche vicino spiritoso deciso a spaventare i nuovi arrivati.
Non lo sapremo mai: qual è il confine tra realtà e fantasia? Tra orrore e suggestione? I fantasmi esistono, forse, solo nella nostra mente: non per questo, però, fanno meno paura.
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