“Ecogiustizia subito” e “Il tempo dell’attesa è finito” le parole dei i volontari di Legambiente che effettueranno un blitz per denunciare le condizioni in cui versa la foce del fiume Sarno. Il blitz, organizzato dagli attiviste e attiviste del Cigno Verde, avverrà in vista della tappa campana della Goletta Verde 2020, che avrà luogo dal 5 al 10 agosto.
Lo stop delle attività industriali e produttive indotto dal lockdown aveva dato un po’ di respiro alla foce del fiume Sarno, luogo che oramai da decenni è al centro di polemiche visto l’alto livello di inquinamento cui l’area è soggetta.
I rapporti dell’Arpac parlano chiaro: con la pandemia il numero di sversamenti, responsabili dell’inquinamento chimico del fiume, è drasticamente calato. L’acqua del fiume è inoltre tornata parzialmente pulita e splendente.
La stessa Arpac tiene però a far sapere che non bisogna abbassare la guardia; infatti malgrado il numero minore di sversamenti illeciti altri fattori hanno contribuito a non far cessare del tutto l’inquinamento presente: la mancanza delle reti fognarie e dei collettamenti agli impianti di depurazione. Bisogna considerare inoltre che a fine lockdown molti dei suddetti sversamenti sono ricominciati, con danni enormi all’ecosistema.
Goletta Verde
Negli ultimi dieci anni l’accurato monitoraggio scientifico di Goletta Verde ha portato alla luce le gravi condizioni del fiume. I campioni raccolti tra i comuni di Castellammare di Stabia e Torre Annunziata sono infatti risultati “fortemente inquinati”.
Si deve agire subito, insomma, perché le infrazioni comunitarie assorbono risorse e il tempo dell’attesa è finito
è il grido degli attivisti.
La loro preoccupazione poi prosegue criticando l’operato di chi in questi anni avrebbe dovuto attivarsi per tutelare l’area. Critiche anche per quanto riguarda la mala gestione dal punto di vista economico: troppi non spesi, o spesi male, che non hanno portato ad un nulla di fatto.
Non è auspicabile solo il completamento delle infrastrutture necessarie, ma anche la lotta agli ecocriminali. Nonostante le frequenti attività investigative e gli sforzi messi in atto dalle forze dell’ordine, infatti, chi aggredisce il fiume agisce ancora sottovalutando i rischi sanitari, generando importanti danni economici per la comunità.
Le parole del segretario regionale di Legambiente
Il bacino idrografico del fiume Sarno è un’area densamente abitata ricca di eccellenze industriali ed agricole che devono avere da subito come mission la riconversione green perché diventino parte del racconto della rivoluzione ecologica auspicata. Il nostro blitz ha rappresentato proprio questa richiesta di cambiamento, affinché la vergogna di decenni finisca e si ristabilisca la giusta dignità per l’ambiente e per la popolazione attraverso l’ecogiustizia. Sono le medesime richieste del crescente movimento civico, nato durante il lockdown, che sta animando il territorio del bacino del Sarno con una rete che di associazioni, comitati e cittadini dei 39 comuni interessati, per chiedere di ristabilire gli equilibri ambientali e sociali – conclude il segretario.
Il quadro che ne emerge è drammatico e rischioso. Alle ovvie preoccupazioni per l’ambiente stesso si uniscono quelle per la salute dei cittadini. La mancata depurazione delle acque è uno dei principali veicoli di contaminazione batterica. Gli scarichi arrivano in mare, nelle spiagge e nelle località costiere. L’allarme di Legambiente vuole essere anche un monito a tutelare le eccellenze territoriali e il turismo.
Nei prossimi giorni un team di tecnici e volontari dell’associazione effettueranno i campionamenti e analisi microbiologiche sulle coste della Campania. I risultati delle analisi sulla qualità delle acque in Campania verranno presentati il prossimo 10 agosto.
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