Riaperte il 14 luglio, richiudono il 17 agosto. Il punto sulla (breve) storia delle discoteche italiane al tempo del Covid-19.
Alla luce di un incremento significativo dei contagi in Italia*, il governo ha disposto la chiusura delle discoteche sull’intero territorio nazionale a partire da oggi 17 agosto 2020. La decisione è arrivata ieri, dopo il confronto in videoconferenza tra i ministri Francesco Boccia, Roberto Speranza e Stefano Patuanelli ed i presidenti delle Regioni.
Ma cerchiamo di fare il punto della situazione.
La riapertura delle discoteche
Dopo uno dei momenti più difficili della storia contemporanea, un confinamento durato mesi, con enormi sacrifici da parte di tutti per cercare di rallentare una disastrosa pandemia, lo scorso 14 luglio il governo ha dato il via libera per le riaperture delle discoteche a discrezione delle amministrazioni regionali. La decisione ha diviso l’opinione pubblica sin dall’inizio ed è stata al centro di diverse polemiche.
Se l’importanza e la necessità di una ripresa economica sono fattori inoppugnabili, è pur vero che la cautela inziale con la quale si era deciso di far ripartire la vita sociale sembra non aver trovato un riscontro adeguato con la riapertura delle discoteche.
Perché è chiaro che la discoteca in sé è l’antitesi del distanziamento sociale.
Per loro stessa natura, questi luoghi di aggregazione sociale, dimora di quegli ‘assembramenti’ tanto odiati per mesi, rappresentano, di fatto, un inevitabile veicolo di contagio. Poi, aggiungiamoci pochi controlli, l’illusione che il virus fosse ormai acqua passata, qualche occhio chiuso sulle misure anti-contagio, ed ecco che, dopo poche settimane dall’apertura, si sono già tirate le somme. E sembra che l’esperimento non sia stato un gran successo.
Il divertimento poco controllato in discoteca
Pur consapevoli di non poter fare di tutta l’erba un fascio, come sempre ciò che è evidente è l’effetto causato dai più.
Alcuni sostengono che i comportamenti dei giovani non vadano demonizzati e che non ci siano solo le discoteche dietro il recente incremento dei contagi. Sicuramente, la ripresa dell’epidemia è frutto di fenomeni di diversa natura. Tuttavia, non era difficile immaginare che le discoteche avrebbero rappresentato un catalizzatore per la trasmissione del virus. In luoghi come questi, il rischio di contrarre il Covid-19 è significativamente maggiore, per ragioni oggettive. Questo, infatti, trova terreno fertile soprattutto negli spazi chiusi, dove il distanziamento sociale è pressoché impossibile da mantenere. Se a questo aggiungiamo che – come abbiamo visto nelle ultime settimane – molti giovani frequentatori dei templi del divertimento moderno non sembrano aver considerato le potenziali conseguenze delle proprie azioni più di tanto, evitando di indossare dispositivi di protezione individuali e adottando comportamenti piuttosto irresponsabili, il quadro è pressoché completo.
A questo proposito tanti – troppi – gli esempi di inosservanza delle misure di sicurezza nelle discoteche in tutta Italia, specialmente nelle zone turistiche. Tra gli episodi campani, il più recente riguarda la chiusura di una famosa discoteca a Policastro (SA), in Cilento. Come riporta Il Mattino, nel locale al momento del controllo erano presenti all’incirca 500 persone, mentre altre 200 erano in attesa per entrare. Oltre al mancato distanziamento sociale, all’interno della discoteca l’80% dei clienti era privo di mascherina.
Non si possono certamente incolpare esclusivamente le discoteche dell’aumento dei contagi. Eppure, considerando i dati, nelle ultime settimane si è registrato anche un abbassamento dell’età media dei contagiati, che si aggira ora intorno ai 40 anni. Ciò che emerge, dunque, sembra una correlazione tra l’ondata dei nuovi contagi di fine estate e una vita sociale più attiva, soprattutto tra i più giovani. Ecco anche il motivo per cui la cosiddetta ‘movida’ giovanile, con a capo le discoteche, è finita sul banco degli imputati.
Discoteche sì, discoteche no
Ma se è universalmente riconosciuto che le discoteche non sono fatte per il distanziamento sociale, era necessario riaprirle così presto? Mossi da necessità economiche comprensibili, si pensava che le linee guida espresse dal Comitato tecnico-scientifico potessero permettere, questa volta, di salvare capra e cavoli. Ma, evidentemente, qualcosa non ha funzionato. Così, dopo poco più di un mese, il governo è costretto a un’inversione a U, correndo ai ripari e cercando di tamponare il danno. Speriamo in tempo utile.
E quindi, dopo il primo sì di luglio, è arrivato il definitivo no di agosto. Complice anche la riapertura delle scuole prevista per il 14 settembre, si è ritenuto opportuno fare una scelta di buon senso, e segnare la fine anticipata della stagione estiva per i locali che prevedono attività di ballo.
Tuttavia, se qualcosa andava fatto, è pur vero che questo dietro-front repentino risulta piuttosto destabilizzante. E arriva come una doccia fredda soprattutto per gli operatori del settore, poiché si attendono danni economici significativi per i gestori dei locali e, di rimando, per l’economia.
“La discoteca è un grandioso capro espiatorio” – ha dichiarato il presidente di Silb-Fipe Maurizio Pasca. “Noi non ci sentiamo responsabili. Osserveremo nei prossimi mesi se a discoteche chiuse il ‘contagio’ si fermerà! Lo osserveremo attentamente. E agiremo di conseguenza”.
“Il danno atteso dalla chiusura delle discoteche è grosso” – ha affermato Stefano Patuanelli, ministro dello Sviluppo Economico. “Ma non vedo alternative, serve maggiore attenzione per evitare di tornare ai dati di marzo.”
Per far fronte alle difficoltà economiche che questa decisione causerà agli operatori del settore – si lamenta una perdita di 4 miliardi di euro – saranno riconosciuti contributi economici.
Insomma, la situazione risulta spinosa, come un po’ tutto ciò che riguarda il Covid-19. E si riduce sempre allo stesso (paradossale) binomio tra economia e salute pubblica.
Discoteche chiuse e mascherine obbligatorie dal 17 agosto
A partire da oggi 17 agosto tutte le discoteche resteranno chiuse, con uno stop alle deroghe regionali.
Oltre alle chiusure di sale da ballo, discoteche e attività simili, le disposizioni dell’ordinanza del 16 agosto prevedono anche l’obbligo di mascherina dalle 18 alle 6 “negli spazi di pertinenza dei luoghi e locali aperti al pubblico nonché negli spazi pubblici (piazze, slarghi, vie, lungomari) ove per le caratteristiche fisiche sia più agevole il formarsi di assembramenti anche di natura spontanea e/o occasionale”.
Il ministro Boccia al termine della riunione di ieri con i governatori:
“Restiamo uno dei paesi più sicuri al mondo per la sicurezza sanitaria. Questa condizione non è casuale ma figlia dei sacrifici che abbiamo fatto e che vanno difesi. Ora è il momento di andare avanti ma limitando al massimo le attività che presuppongono contatti fisici e assembramenti incontrollabili. Utilizziamo il passaggio parlamentare del Dl agosto per ristorare le attività che subiranno perdite”.
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* I dati del monitoraggio in Italia nella settimana 3-9 agosto 2020 riportano una situazione a rischio peggioramento, con focolai in aumento per due settimane consecutive. Qui i dati dei contagi nella regione Campania, aggiornati al 16 agosto 2020.
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