Svimez, le previsioni regionali 2020-2021 non rassicurano: la recessione rischia di accentuare il divario Nord-Sud e rallentare lo sviluppo del Meridione.
“Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna reagiscono nel 2021 alla pandemia; il Centro accusa i colpi nelle aree del sisma; una parte del Sud non aggancia la ripresa post-covid”: queste, in estrema sintesi, le previsioni di Svimez – Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno – nel suo ultimo rapporto sulle previsioni regionali rispetto alle conseguenze della pandemia in un’Italia a tre tempi.
Se questa “recessione senza precedenti” non risparmierà nessuna regione italiana, la ripartenza avverrà a diversi ritmi, con conseguente accentuazione del divario tra il Nord e il Sud del Paese. Ma non solo. Perché, in base alle diverse vocazioni regionali e a variabili socio-economiche, ci si aspetta una discrepanza anche fra le regioni che appartengono alla stessa macro-area, andando ad esacerbare decennali differenze economiche territoriali.
Dunque, tra le fragilità che la pandemia da Covid-19 ha messo in luce c’è sicuramente la significativa diversificazione dello sviluppo dell’economia italiana. Un’economia a due – o forse a tre – velocità. In un periodo in cui ci troviamo a fare i conti con le conseguenze del lockdown, la tanto ‘abusata’ questione meridionale si è di fatto trasformata in una “questione nazionale”, come la definisce Svimez. In altre parole, un problema di coesione territoriale che rischia di portare il sistema ‘Paese’ alla disgregazione se non si riuscirà ad assicurare una ripartenza condivisa dal punto di vista regionale. Se non si riuscirà, quindi, a spostare l’attenzione dal divario interno che sembra vedere il Centro-Nord e il Sud in ‘antitesi’ continua, e a focalizzarsi sulla crescita produttiva dell’intero sistema Paese, adottando delle politiche di sviluppo territoriale che possano fare da contraccolpo alla crisi sull’intero territorio nazionale. Ma di cosa parliamo nello specifico?
Le previsioni Svimez
Per farla breve, la recessione economica causata dalla pandemia di Covid, con i suoi effetti che, come ormai si sa, saranno ben più disastrosi per le famiglie di quelli generati della precedente nel 2008, rischia di inasprire il divario socio-economico tra Nord e Sud.
In prospettiva nazionale, nel 2020 il calo del PIL ha interessato soprattutto la Basilicata (-12,6%) e il Veneto (-12,2%). Tuttavia, se da un lato le regioni meridionali soffriranno in misura minore le conseguenze della pandemia nel 2020, dall’altro cresceranno molto meno rapidamente nel 2021. Insomma, la crisi è attualmente diffusa sull’intero territorio nazionale, sebbene particolarmente evidente nelle aree più colpite dalla pandemia. Però, il colpo di coda per le altre regioni arriverà nel 2021. E farà la differenza. Secondo le previsioni Svimez, l’anno prossimo sarà più accentuato non solo il divario tra le regioni settentrionali e quelle meridionali, ma a fare i conti con una ripresa a più velocità saranno anche le regioni all’interno della stessa area geografica, che soffriranno la diminuzione del PIL a livelli diversi.
Consideriamo, in particolare, il Meridione. Secondo quanto si legge nel rapporto rispetto alle flessioni del PIL per l’anno in corso, “la Campania e la Puglia, che insieme concentrano circa il 47% del Pil del Mezzogiorno, perdono rispettivamente l’8 e il 9%. Più contenute le perdite in Calabria (-6,4%), Sardegna (-5,7%) e Sicilia (-5,1%), economie regionali meno coinvolte negli interscambi commerciali interni ed esteri e perciò più al riparo dalle ricadute economiche della pandemia.”
La ripresa nel 2021?
Tuttavia, a spaventare il Mezzogiorno è il 2021, poiché se le regioni più forti economicamente riusciranno a cavarsela, altre realtà regionali rischieranno di rimanere ancorate ad un sistema economico ancora troppo poco reattivo.
In generale, in Italia la ripartenza economica sarà piuttosto frammentata, con conseguenze molto meno vantaggiose per le regioni meridionali, ça va sans dire. L’osservatorio Svimez prevede che le regioni del Nord, principalmente quelle del “triangolo della pandemia” – come vengono definite nel rapporto – riusciranno a risollevarsi e a riassorbire le perdite di PIL generate dalla crisi nel 2020 con un certo slancio. In particolare, vengono segnalati +7,8% in Veneto, +7,1% in Emilia Romagna, +6,9% in Lombardia, a cui si aggiunge il pieno recupero del calo del PIL per il Trentino.
Al contrario, per le regioni centrali e quelle meridionali le previsioni non sono altrettanto rosee. In particolare, se una crescita del +5,4% del PIL per il Centro potrebbe rappresentare la nascita di una prima ‘questione centrale’, le regioni del Sud faranno i conti con una ripresa molto differenziata e che si attesterà, in media, soltanto al +2,3%.
Quindi sì, il Sud ripartirà. Ma solo in parte, e con forti ritardi rispetto al Centro-Nord. E in più, ci saranno significative differenze interregionali. Insomma, il rischio di un ulteriore inasprimento della storica ‘questione meridionale’ è tutt’altro che un miraggio.
Crisi e ripartenza del Meridione: i numeri
Dunque, i colpi della recessione per il Mezzogiorno arriveranno con leggero ritardo ma saranno ben visibili, soprattutto rispetto alla crescita delle altre macro-aree italiane, soprattutto nel 2021. Non tutte le regioni, però, reagiranno allo stesso modo. Quelle che ripartiranno con il freno a mano saranno Calabria (+1,5%), Sicilia (+1,3%), Sardegna (+1%), Molise (+0,9%).
“Si tratta di segnali preoccupanti di isolamento dalle dinamiche di ripresa esterne ai contesti locali – scrive Svimez nel rapporto – conseguenza della prevalente dipendenza dalla domanda interna e dai flussi di spesa pubblica.”
Ad andare meglio nel 2021, infatti, saranno quelle regioni che possono godere di un sistema produttivo più strutturato e caratterizzato da un maggior dialogo con i mercati esterni. Parliamo, in particolare, di Basilicata (+4,5%), Abruzzo (+3,5%), Campania (+2,5%) e Puglia (+2,4%).
Tra le regioni meridionali, la Campania sarà tra quelle a reagire meglio alla crisi. In particolare, a fronte di un calo del PIL dell’8% per il 2020, Svimez prevede per la nostra regione un lieve aumento del 2,5% per il 2021.
Investimenti ed export
Importante sarà affrontare anche la questione degli investimenti delle imprese. Al Sud il calo degli investimenti per il 2020 è significativo e si attesta al -12,8%. Gli investimenti torneranno a crescere nel 2021, tuttavia con un tasso del 3,7% che non riuscirà a compensare le perdite per l’anno della pandemia. In questo quadro, la Campania è una delle regioni più colpite a livello nazionale dal crollo degli investimenti, segnando un calo del -16,3%, con un flebile incremento del +2,7% previsto per il 2021. Sulla stessa linea d’onda per il 2021 Calabria (+2,2%) e Sicilia (+2,5%).
Cruciale per l’economia italiana è anche l’esportazione, vittima di una fortissima contrazione nel 2020. Secondo le stime di Svimez, infatti, la domanda estera è calata del -13,8% nelle regioni del Centro-Nord e del -15,3% nel Mezzogiorno. In quest’ultimo, la domanda dovrebbe tornare a salire (9,7%) nel 2021, mentre nello specifico la crescita delle singole regioni dipenderà molto dalla vocazione all’export che queste presentano. Per quanto riguarda la Campania, a fronte di una contrazione delle esportazioni del -16,8% nel 2020, Svimez prevede una variazione dell’11,9% per il 2021.
Famiglie e consumi
Un altro fattore da considerare è l’impatto della crisi sulle famiglie e sui consumi. Nel 2020 al Sud si stima per le famiglie una diminuzione del reddito del 3,2% contro il -4,4% al Centro-Nord. Ma l’inversione di tendenza si avrà nel 2021. A differenza delle regioni settentrionali, quelle meridionali non riusciranno a recuperare velocemente le perdite. Le situazioni peggiori in Calabria, Molise, Sardegna e Sicilia. Notizie meno negative sono attese per la Campania che, in fatto di spesa, passerà dal -10,1% del 2020 al +2,6% del 2021.
I risvolti negativi sui consumi sono pressoché inevitabili. Se la spesa delle famiglie calerà sull’intero territorio nazionale, il divario Nord-Sud crescerà anche per questa variabile nel 2021. Mentre, in media, nelle regioni centro-settentrionali i consumi saliranno del 5,0%, recuperando la metà della perdita del 2020, al Sud la ripresa del +2,7% prevista per 2021 rappresenterà 1/3 del calo del 2020 (-9,0%) . A pagare lo scotto, soprattutto Sardegna, Sicilia e Calabria.
Una questione “nazionale”
Insomma, questo periodo di grande instabilità economico-sociale sembra aver dato una forte scossa ad un ‘sistema’ già in difficoltà da tempo, risvegliandolo da un torpore generale e diffuso al quale tutti ci eravamo abituati. È necessario, quindi, lavorare unitariamente per far ripartire l’economia nazionale nel suo insieme, adottando politiche economiche ed industriali che permettano la crescita e la valorizzazione dell’intero territorio.
“La Pandemia – si legge nel rapporto Svimez – svela la questione “nazionale” della coesione territoriale e il rischio di disgregazione del sistema Paese: serve un presidio nazionale forte per governare una ripartenza condivisa su base regionale”.
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