venerdì, Novembre 22, 2024
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Plantae Medicinales Mediterraneae, nuova cattedra UNESCO per UniSa

Plantae Medicinales Mediterraneae: una Cattedra UNESCO per UniSa. Prof. Aquino: «ambizione di valorizzare le antiche conoscenze dei Paesi del Mediterraneo».

Tra i numerosi riconoscimenti ottenuti da UniSa, incluso tra i primi mille atenei menzionati nel World University Ranking, arriva anche quello dell’UNESCO. Il Rettore dell’ateneo salernitano Vincenzo Loia ha, infatti, stipulato un accordo quadriennale con il Direttore Generale dell’Organizzazione per l’istituzione della Cattedra “Plantae Medicinales Mediterraneae”. Il responsabile scientifico sarà la professoressa Rita P. Aquino del Dipartimento di Farmacia (DIFARMA).

Dal prossimo anno accademico, dunque, l’Università degli Studi di Salerno diventerà un ateneo polo per lo studio interdisciplinare e strategico delle piante medicinali tipiche dell’area mediterranea. Si tratta di un’innovativa linea di ricerca che mira a consolidare il ruolo dell’ateneo salernitano come punta diamante nell’insegnamento e nella ricerca scientifico-umanistica del domani.

La Cattedra, proposta dal DIFARMA nel 2019 e già attiva dall’anno accademico 2020-2021, si avvale di importanti partnership, tra le quali quella con Division of Humanities UCLA USA, Institute for the Preservation of Medical Traditions, Washington DC, USA, Traditional Mediterranean Medicine, Monastic Republic of Mount Athos, Grecia, i Giardini della Minerva di Salerno, la Cattedra Unesco dell’Università di Genova Antropologia della Salute – Biosfera e Sistemi di cura.

In questo riconscimento emerge tutta la vocazione medico-scientifica di UniSa. In particolare, si legge chiaramente il forte legame che ancora unisce l’ateneo salernitano con la sua storia, che affonda le sue radici nella tradizione e negli studi ‘pioneristici’ della Scuola Medica Salernitana.

«L’idea di Plantae Medicinales Mediterraneae – sottolinea la prof.ssa Aquino – è nata dal forte legame con la Scuola Medica Salernitana e tutte le culture pan-mediterranee stimolato in particolare dal primo ricercatore, prof. Alain Touwaide, Institute for the Preservation of Medical Traditions».

Gli obiettivi della cattedra Plantae Medicinales Mediterraneae

Dal carattere fortemente interdisciplinare, la Cattedra Plantae Medicinales Mediterraneae riunisce in sé competenze e know-how che appartengono al campo chimico-biologico, ma che si intrecceranno fortemente con gli studi umanistici. L’obiettivo per la cattedra – e, di conseguenza, per l’ateneo – è quello di diventare un vero centro di eccellenza internazionale nella valorizzazione in chiave scientifica della cultura e dell’esperienza millenaria che l’uomo ha raccolto in campo medico-scientifico.

Come piega la prof.ssa Aquino in un’intervista trasmessa da Radio Alfa, gli obiettivi che si propone la nuova cattedra dell’Ateneo includono l’inventario, il salvataggio e la conservazione dei manoscritti in lingue antiche contenenti la conoscenza dell’uomo su classificazione e uso delle piante medicinali in tutta l’area mediterranea. Il lavoro, infatti, vedrà protagonista non solo il DIFARMA, ma anche altri Paesi che si affacciano sul Mediterraneo.

Inoltre, la Cattedra si focalizzerà sull’interpretazione di dati antichi in chiave scientifica moderna, alla luce delle più recenti scoperte in materia di biologia, chimica e farmacologia, e sulla conseguente diffusione del patrimonio materiale e immateriale di tale conoscenza affinché questa venga applicata alle scienze moderne, come farmacoterapia, fitocosmesi e nutrizione. In particolare, trovandoci nel pieno del vortice pandemico, la ricerca potrebbe indirizzarsi anche sullo studio di forme di attività antivirali e antibatteriche, con riscontri potenzialmente positivi anche per la società, specialmente per quei Paesi del Mediterraneo in cui non è possibile accedere alle cure così facilmente come in altri territori europei.

L’importanza della Cattedra

Non solo ricerca per la nuova Cattedra Plantae Medicinales Mediterraneae, ma anche formazione e insegnamento. In particolare, in accordo con gli obiettivi dell’UNESCO, la nuova Cattedra dell’Ateneo salernitano formerà una nuova generazione di studiosi e scienziati che potranno contribuire alla diffusione della conoscenza in ambito biologico-chimico-farmaceutico.

Come si legge nella nota pubblicata da UNISA, la Cattedra:

  • «formerà nuove generazioni di scienziati e imprenditori;
  • realizzerà attività di informazione e diffusione della conoscenza con impatto sulla formazione permanente;
  • sarà fucina di idee e creatività che nascono da tante differenti culture e tradizioni locali di cui potrà beneficiare tutta la società e le popolazioni del mondo;
  • rafforzerà la cooperazione interuniversitaria, la mobilità e il sostegno ai sistemi educativi di Paesi in via di sviluppo valorizzando il patrimonio bibliografico, museale, archeologico dei territori coinvolti

Un vero e proprio lavoro interdisciplinare, insomma, che valorizzerà la collaborazione internazionale inter-universitaria, e l’interscambio scientifico-culturale da tutti i punti di vista, con l’opportunità per UniSa di assumere un ruolo di rilievo e responsabilità tra i Paesi del Mediterraneo.

Come sottolinea la prof.ssa Aquino nella nota pubblicata dall’ateneo:

«Insieme abbiamo l’ambizione di valorizzare le antiche conoscenze dei Paesi del Mediterraneo, mare su cui si affacciano tre continenti, sulle piante con applicazioni nel settore salute, le piante alimentari, cosmetiche, fitodepuranti nonché le risorse acqua e suolo. Si parte da Salerno, la città e la sua cultura che sono punto di convergenza di tutte le tradizioni mediche del mediterraneo. Per questo importante riconoscimento, un ringraziamento particolare va a tutti i membri fondatori e all’Ufficio Relazioni Internazionali per il supporto continuo e professionale nel dialogo con gli Organismi Nazionali e Internazionali coinvolti».

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