La Campania rischia di diventare un feudo forgiato sulla base di interessi familiaristici, classisti, baronali.
Alle elezioni regionali De Luca ha sbaragliato tutti gli sfidanti, com’era previsto, attestandosi su percentuali bulgare. Altra dinamica prevista era la grande forza elettorale degli uomini e delle donne riconducibili direttamente alla sua persona senza ormai alcun filtro dei partiti politici. Tutti si raccolgono intorno alla corte di De Luca con la politica delle “fritture”, che i nostri lettori ricorderanno. Si propone qui una lista dei figli di notabili che entrano nel consiglio regionale della Campania.
Vittoria Lettieri, 21enne sul podio della lista “De Luca Presidente” con ben 11.147 voti. Figlia del sindaco di Acerra Raffaele Lettieri, supera addirittura la già potente Lucia Fortini, assessora all’Istruzione. Ha preso 7152 voti solo ad Acerra. Giuseppe Sommese, figlio di Pasquale Sommese, ex assessore della giunta Caldoro, ha preso 5554 voti nella lista Liberaldemocratici-Moderati. Dal centrodestra al centrosinistra nulla cambia. In questo caso il figlio è sostanzialmente prestanome del padre – tra l’altro coinvolto in un’inchiesta su alcuni appalti pubblici -.
Bruna Fiola del Pd, figlia del presidente della Camera di commercio ed ex consigliere comunale Ciro Fiola. Mario Casillo sempre per i dem, figlio di Franco Casillo, della vecchia Democrazia Cristiana. Giovanni Mensorio per Centro democratico, quasi 10 mila voti, figlio di Carmine ex Dc. Raffaele Pisacane, padre ex deputato di Agerola, Michele, eletto in una lista collegata a De Luca. Nelle file dell’opposizione, Annarita Patriarca, Forza Italia, 11 mila voti, con il padre ex democristiano dell’area vesuviana. Giampiero Zinzi, eletto con la Lega, figlio di Mimì, ex presidente della provincia di Caserta.
Questo tipo di risultato conferma un fatto che ormai è sotto gli occhi di tutti: la Campania rischia di diventare un feudo in cui l’unico modo per radicare sui territori un tessuto politico è forgiarlo non sulla base di un comune pensiero e di un azione politica (De Luca ha vinto sostanzialmente senza un programma e senza confrontarsi con gli elettori e con gli sfidanti) ma sulla base di interessi familiaristici, classisti, baronali.
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