Il padre di Luigi parla dell’uccisione di suo figlio da parte di agenti di Polizia.
L’uccisione del 17enne Luigi Caiafa nella notte di domenica 4 ottobre a Napoli per mano di agenti di Polizia trova pareri discordanti nell’opinione pubblica. Da un lato, infatti, le azioni degli agenti che hanno portato alla morte del 17enne vengono quasi giustificate da alcuni. Ma in questa brutta storia, c’è chi non potrà mai farsi una ragione dell’accaduto: i genitori di Luigi. A parlare, spiegando il proprio punto di vista sulla vicenda, è il padre del ragazzo che sta scontando gli arresti domiciliari.
Me lo hanno ucciso alle tre di notte, la polizia non ci ha mai avvertito: so che lo hanno sollevato cadavere solo alle sei e mezza del mattino. Mia moglie è andata in questura, allertata dagli amici che avevano visto lo scooter insanguinato davanti a via Medina. Lì le hanno detto che doveva andare in obitorio.
Il racconto del padre di Luigi è quasi sconvolgente, e viene da chiedersi se è questo l’iter che viene seguito ogni volta che avviene un omicidio.
Al signor Caiafa viene poi chiesto perché suo figlio era a bordo di uno scooter rubato e avesse con sé una pistola giocattolo, ma la risposta è sempre la stessa: “Non lo so. Ma comunque non si può morire a 17 anni così”.
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