giovedì, Dicembre 26, 2024
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Caso Palamara: Il crollo di un sistema

Nelle ultime settimane il caso Palamara è stato trattato e analizzato da ogni punto di vista, e durante questa settimana abbiamo potuto assistere ad una sentenza estremamente grave per un giudice: la radiazione. Con questa sentenza, Palamara è per sempre sospeso dalla carica di giudice, tornando di fatto ad essere un normale cittadino. Ma parlare di chi è Palamara, di come abbia piegato la magistratura alla politica, o di come abbia venduto le cariche giudiziarie ormai, alla luce della sentenza di radiazione, è inutile. Ciò che davvero bisogna comprendere è la portata istituzionale di tale atto.

Qual è il significato più profondo di questa sentenza? Cosa cambierà d’ora in poi?

C’è chi afferma che non ci sarà nessun cambio di rotta all’interno della magistratura, che di fatto il sistema marcio e corrotto resterà in piedi, eppure non sembra essere davvero il caso. L’ex-giudice ha già affermato che egli non era il solo, e che sta pagando lui per molte più persone. Questa affermazione, se Palamara farà i nomi dei colpevoli, porterà ad un vero e proprio crollo potenziale del sistema, non solo giudiziario, ma anche politico. Ancora bisogna comprendere il collegamento che può esserci tra il caso Palamara e i partiti politici, il parlamento o il governo, eppure basta analizzare una delle ultime e più scandalose intercettazioni fatte, riguardante il processo all’ex ministro Salvini, dove Palamara stesso afferma, di fatto, che non c’è nessun reato e il processo ha uno scopo politico.

E nonostante tutto, il caso Palamara sembra aver davvero scosso le fondamenta del sistema intero, che ricordiamo basarsi sempre e comunque sul consenso popolare, consenso che già era debole nei confronti della magistratura, e adesso è semplicemente crollato a picco. Ora come ora, l’obiettivo principale della magistratura è riottenere il prestigio perso attraverso le azioni di Palamara e i suoi complici, e sembrano essere sulla giusta strada.

Il processo al leader della Lega è stato rinviato attraverso un rinvio di giudizio, ed è quindi in fase di udienza preliminare. Scopo del giudice è quello di ascoltare anche il premier Conte e il ministro Di Maio, sopra tutti, avendo essi partecipato al precedente governo. Una volontà che mette in luce il desiderio di chiarezza e trasparenza del giudice, che non vuole lasciare nulla al caso e vuole evitare una ripetizione del caso Berlusconi(il leader di Forza Italia è stato, nel corso dell’anno corrente, sollevato da tutte le accuse).

La deriva politica che ha avuto la magistratura negli ultimi anni è stata pagata da un solo uomo, e quest’uomo, da solo, potrebbe far crollare l’intero di sistema corrotto e politicizzato. Un sistema costruitosi nei decenni e che forse, finalmente, sta per crollare, restituendo alla magistratura il ruolo che gli spetta e “purificandola” da ogni orientamento politico. Non resterà che vedere come si evolveranno gli eventi.

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