Ora anche i laboratori privati potranno accertare la guarigione dal Covid. Non sarà più obbligatorio rivolgersi alle Asl per eseguire il secondo tampone e verificare così la negatività, mettendo fine alla quarantena.
Alla base della decisione di aprire ai privati anche per il secondo tampone ci sono i tempi troppi lunghi delle aziende sanitarie pubbliche, che fin da marzo non sono mai state potenziate per gestire l’emergenza. Per i tamponi privati si pone il problema dei prezzi. A seconda dei centri il costo può variare dai 50 fino agli 80 euro. Gennaro Lamberti di Federlab afferma che “Fino a 70 euro il prezzo non è proprio economico ma ci può stare. Al di sopra di quella cifra no, eppure c’è gente che ha speso anche 100 euro facendolo a casa. 80 euro il costo del test e 20 euro per la prestazione domiciliare”.
Affidarsi al mercato è stato l’ultimo baluardo caduto con la recente impennata dei contagi. Perché nelle strutture pubbliche non ci sono macchinari a sufficienza per l’analisi dei tamponi. Ci si chiede però se l’operato della Regione in questi mesi abbia favorito la trasparenza e l’efficienza. La Regione si è decisa a intensificare la processazione dei tamponi solo quando si è accorta di essere già nei guai, grazie ad accordi con aziende private come Ames, già nell’occhio del ciclone per le gare lampo di aprile. La cosa si è gestita attraverso il modus operandi del ‘fabbisogno’, che è fallimentare in partenza quando si parla di epidemie: vedo che la curva inizia a impennare e quindi bandisco una gara lampo milionaria e affido i tamponi ai privati, solo quando ‘il mercato è pronto’, quando c’è il giusto equilibrio tra ‘domanda’ e ‘offerta’.
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