venerdì, Novembre 22, 2024
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L’attentato di Nizza e lo scaricabarile all’italiana

Un nuovo attentato ha colpito, ancora una volta, lo Stato francese. Stavolta l’attentato è avvenuto a Nizza per mano di un killer sbarcato a Lampedusa lo scorso 20 settembre, e rimasto in quarantena fino al 9 ottobre. L’uomo, che risponde al nome di Brahim Aoussaoi, era tunisino e ha ucciso 3 persone nel corso dell’attentato.

La notizia ha fatto subito il giro del mondo, e qualcuno più attento ricorderà che la stessa situazione si era avuta per gli attentati di Berlino nel 2016 e Marsiglia nel 2017, con terroristi sbarcati in Italia e spostatisi nel resto del continente.

Ebbene, alle accuse di negligenza, la ministra del’interno Lamorgese risponde con “è colpa di Salvini, i decreti sicurezza hanno creato insicurezza”.

Il motivo per cui Brahim è fuggito è stata la negligenza delle istituzioni pubbliche, che Lamorgese ha il compito di gestire. Non c’entrano nulla i decreti sicurezza, anzi, Brahim aveva ricevuto un decreto di respingimento e sarebbe dovuto ritornare nel suo paese, quindi fin qui il sistema sembra funzionare. Il vero problema è che, nella settimana tra la firma di tale decreto di respingimento e la partenza effettiva, sembra che i migranti siano liberi di scorrazzare in giro senza nessun controllo. Quindi, cara ministra dell’interno, la colpa non è di Salvini e dei suoi decreti, ma della negligenza con cui la pubblica amministrazione, di cui lei è rappresentante, ha gestito la situazione. E’ sicuramente difficile intercettare una persona in fuga, ma il problema è che questa persona, in fuga, non doveva esserci in primo luogo. Se ha ricevuto un decreto di respingimento significa che tale individuo risultava pericoloso, o comunque non era adatto ad entrare nel territorio italiano. Ebbene, credendo nella bontà del migrante(e di chissà quanti altri), a Brahim è stata concessa una settimana di totale libertà, privo di qualsiasi controllo lo Stato ha lasciato vagare un terrorista, un killer, in giro per il paese. La storia si ripete, come quando tre torturatori scesero dalla Seawatch 3, la stessa nave difesa a spada tratta da chi ora ci governo.

No, non è colpa di Salvini. La colpa andrebbe attribuita alla ministra dell’interno e ad  governo che, in piena emergenza sanitaria, tiene i porti aperti a chiunque, per paura di chissà quale accusa di razzismo e xenofobia. E’ colpa dei medesimi soggetti se quel dannato giorno un immigrato clandestino, che l’Italia per l’ennesima volta ha lasciato passare, ha ucciso tre persone, tra cui una madre che i figli non potranno mai più riavere indietro.

Il Governo però fa ciò che sa fare meglio, scaricare la colpa su qualcun altro, qualcuno che non è nemmeno al governo e non detiene alcun potere.

“E’ colpa di Salvini”. No, non è colpa di Salvini.

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