venerdì, Novembre 22, 2024
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Lockdown, gestori B&B protestano a Napoli: “dateci sostegno”

Timore per un nuovo lockdown

I titolari e gestori di b&b napoletani hanno consegnato le chiavi delle loro attività nel corso della protesta di oggi, assieme ai campanelli delle reception. I profitti sono minimi e c’è il timore che un nuovo lockdown possa causare il fallimento collettivo. Hanno protestato oggi davanti alla sede della Regione Campania, a Napoli.

Il racconto di Fabrizio, gestore di un b&b

Il Decreto Ristori comprende anche i B&B, ma noi qui in Campania restiamo fuori – spiega Fabrizio, titolare di un bed and breakfast nel centro della città – perché qui, unico caso in Italia, la normativa regionale non prevede B&B con partita Iva”. In Campania, infatti, il bed and breakfast è considerata, ai sensi della legge regionale, un’attività integrativa del reddito che può essere condotta da una persona fisica, ma non da una partita Iva. “Non abbiamo in sostanza – sottolinea – lavorando con i nostri codici fiscali, la possibilità di accedere ai sostegni messi in campo“.

Durante il lockdown “abbiamo attinto ai nostri risparmi“. “Ora veniamo dalla devastazione, non possiamo reggere ancora“. Nel 2019, riportano i dati, oltre il 10% del Pil della Regione Campania è stato generato dal settore extra alberghiero. Quest’ultimo, a Napoli, è costituito principalmente da imprese di carattere familiare, operatori che gestiscono grazie a regolari licenze amministrative e sanitarie strutture come Affittacamere, B&B o Case Vacanza.

Il Comune di Napoli prevede e incassa da tutti il pagamento di tributi locali maggiorati, la questura riceve la regolare e puntuale denuncia di ogni ospite e lo Stato il pagamento di una tassazione che varia da categoria a categoria – sottolineano – Eppure, nel momento dei ristori, si creano differenze per chi lavora con la partita Iva e quelli che operano con il codice fiscale, per questi ultimi non è previsto nulla“.

Le critiche al governo: “I voucher non serviranno”

Il voucher per le persone e le famiglie – scrive Adv Unite Campania – di cui ad oggi si conoscono solo le linee guida, avranno un impatto minimo sul settore. Anzitutto si deve capire se per l’utilizzo del voucher corre l’obbligo per il destinatario di affidarsi alla rete di intermediazione o meno. Immaginando di si, quando l’Agenzia avrà ricevuto il “buono” lo potrà girare sotto forma di pagamento dei servizi (Alberghi in Italia? Alberghi all’estero? Tour operators italiani o stranieri? Compagnie aeree? Società di autonoleggio?) o il terminale dell’operazione sarà proprio l’Agenzia, la quale a quel punto dovrebbe addirittura anticipare di tasca propria il contante per prepagare i servizi richiesti dal cliente? Così, anziché acquisire liquidità avverrebbe l’esatto contrario, magari dovendo scontare questi buoni presso un istituto di credito”.

 

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