L’Acqua Zuffregna del fiume Beverellum torna a scorrere nella Capitale delle preziose sorgenti.
La verità, anche se nascosta dalla menzogna, continua a scorrere dietro le maschere sotto le quali viene sepolta. Come un corso d’acqua, la realtà erode il guscio sottile delle bugie e della finzione e alla fine riemerge, tornando in superficie.
Napoli, nel corso degli anni, è stata spesso ricoperta di terra, di insulti e disprezzo. E’ stata negata la sua bellezza e la sua verità è stata distorta; i racconti della sua realtà stravolti al punto da sembrare folli. Napoli, nel falso mito comune, è diventata la città del mare sporco, dell’aria cattiva, dei marciapiedi coperti di spazzatura – e poco importa che di vero, in queste descrizioni, ci fosse ben poco, spesso meno di un frammento.
E’ dei giorni scorsi la notizia di una lieta riscoperta e di un felice ritorno: grazie ai lavori di ammodernamento che si stanno svolgendo nei pressi del molo Beverello, è tornato in superficie il fiume Beverellum da cui il molo prende appunto il nome. Ormai in pochi se lo ricordano, ma il fiume portava in città la celebre Acqua Zuffregna, un’acqua dal sapore così particolare da essere considerata una vera e propria bevanda, e che veniva venduta, in strada, dai famosi Aquaioli.
Quest’oggi, per celebrare il felice ritorno dell’Acqua Zuffregna alla luce del sole, #BussoLaTavola vi racconta tutta la sua storia.
L’acqua delle Mummare
L’Acqua Zuffregna era un’acqua naturalmente frizzante, sulfurea e da sapore lievemente ferroso. Era considerata, a Napoli e anche nel resto del mondo, come una vera e propria bevanda: si racconta di come, addirittura, intorno al 1600 navi provenienti dalla Spagna si recassero periodicamente al molo Beverello per procurarsi litri e litri di questa bevanda, di cui i sovrani spagnoli erano ghiotti.
L’Acqua Zuffregna era chiamata anche “Acqua della sorgente del Monte Echia” e “Acqua delle Mummare” – nome questo derivante dalle anfore a due manici e con un tappo di sughero con cui la popolazione raccoglieva la preziosa bevanda e la trasportava fino alle proprie abitazioni.
L’acqua continuò a scorrere e ad essere consumata in città fino al 1973 quando, in seguito all’epidemia di colera, le fontane da cui sgorgava vennero chiuse per motivi igienico-sanitari.
La Capitale delle Preziose Sorgenti
Oggi Napoli, che un tempo veniva chiamata anche Capitale delle Preziose Sorgenti, può di nuovo godere della vista dell’Acqua Zuffregna, riemersa durante i lavori che si stanno svolgendo al molo Beverello.
Difficile indovinare quale sarà la sorte di questa fonte tanto amata: se qualcuno suggerisce di costruire nuovamente una fontana che renda possibile assaporarla di nuovo – e magari, perché no, trasformarla in un’attrazione turistica – altri pensano che sarebbe meglio seppellire di nuovo sotto cumuli di terra e cemento il povero fiume Beverellum.
Il ritrovamento del fiume è stato annunciato sui social da Antonio Parante del Comitato di Portosalvo, che in un post scrive così:
Con i lavori del nuovo terminal portuale riemerge, forse per l’ultima volta, l’antico Beverellum dell’acqua zuffregna che secoli fa rappresentava una delle più belle e famose peculiarità della nostra città, l’acqua speciale.
[…]
Oggi la capitale delle “preziose sorgenti” é scomparsa e tutto questo non esiste più ma quest’acqua rinnegata, come dice qualche eretico studioso, continua a scorrere sotto al molo assieme a quei dubbi progetti urbanistici che, attraverso gli interventi nel sottosuolo, ne hanno pericolosamente deviato il percorso e nascosto l’esistenza.
L’acqua Zuffregna
Il destino del Beverellum e dell’Acqua Zuffregna è purtroppo incerto; tuttavia, anche se sarà nuovamente sepolto, il fiume continuerà a scorrere sotto la superficie della città, attendendo pazientemente un tempo durante il quale gli sarà concesso di gorgheggiare alla luce del sole.
E voi conoscevate la storia dell’Acqua Zuffregna? Vorreste berla o pensate che sarebbe meglio seppellirla per sempre?
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