Norme anticovid: si va verso il divieto di sci. Parte quindi la “protesta” degli impianti sciistici di Roccaraso.
Le vacanze di Natale si avvicinano, eppure non con il solito entusiasmo. Infatti c’è il rischio che al primo allentamento di restrizioni anticovid, si venga travolti da un’ondata di contagi ancora peggiore (come è accaduto in estate). Per tale motivo, si parla di divieto di sci, per vietare spostamenti e gli assembramenti nelle località montane.
Parte quindi la protesta degli impianti sciistici di Roccaraso, località abruzzese, considerata la “montagna dei napoletani”. A Roccaraso, sulle piste sciistiche, la neve già è arrivata a 30 cm. Ciò di solito fa sperare in un’ottima stagione, che quest’anno molto probabilmente non potrà realizzarsi.
A tal proposito, Repubblica ha dato voce alla protesta del settore in ginocchio di Roccaraso. Ad esempio Adelio Di Natale, direttore della scuola di sci Azzurra, ha dichiarato:
«Le persone che fanno lezioni da noi sono quasi tutte napoletane. Questa è la montagna dei napoletani, era tutto prenotato, ma quest’inverno rischiamo di non vedere nessuno. Eppure avevamo cambiato l’approccio alla scuola: la prenotazione si sarebbe effettuata soltanto on-line con il costo rimborsabile entro 24 ore proprio per evitare file ed assembramenti».
Intanto, fino al 3 dicembre sia la Campania sia l’Abruzzo sono in zona rossa. L’assessore alle aree interne della Regione Abruzzo spiega che l’eventuale parziale riapertura dipenderà solo dall’andamento epidemiologico. Anche il sindaco di Roccaraso, Francesco Di Donato si è mostrato preoccupato per la situazione. Il divieto di sci infatti equivale a bloccare un’industria che dà lavoro a migliaia di persone.
Il primo cittadino ha inoltre aggiunto:
«Noi stiamo comunque preparando le strutture per il 4 dicembre in modo da metterci in condizione di poter ricominciare, ma vedremo cosa accadrà. Avremo una riunione anche oggi, per noi è una questione prioritaria. L’innevamento artificiale è stato comunque programmato. Attendiamo di conoscere le disposizioni governative e siamo pronti ad adottare protocolli più prudenziali. (…) Stiamo pensando a uno screening di massa. Sottoporremo a tamponi tutti gli operatori dei impianti, i maestri, ma anche i dipendenti degli alberghi e delle baite».
Insomma nel caso di una parziale riapertura, si darà priorità alla salvaguardia della salute. Ciò è confermato anche da Dario Colecchi, presidente di Federturismo Abruzzo:
«Non ci piace neanche chiedere aiuti economici, vorremmo garanzie per accendere mutui e una programmazione per la ripresa futura. Noi comunque abbiamo predisposto un piano, qualora fosse possibile salvare questa stagione: distanziamento delle file per l’accesso alle piste, sanificazione continuativa e servizi di ristoro essenziali all’esterno. Se ce ne daranno la possibilità, noi saremo in grado di farlo. L’alternativa è il fallimento».
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