venerdì, Novembre 22, 2024
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Coronavirus: i provvedimenti del governo dopo le festività

Il 7 gennaio scade il decreto Natale, mentre il 15 gennaio scade il dpcm attualmente in vigore. Dopo tali date dovrebbe ritornare il modello di suddivisione per zone (gialle, arancioni e rosse) già visto precedentemente. Ipotesi di misure “ponte” tra il 7 e il 15 gennaio, altrettanto ristrettive come le precedenti e Italia zona arancione nel weekend dal 9 al 10 gennaio. Tra le possibili novità didattica in presenza al 50% e orari regolari per i negozi. Possibile riapertura per palestre, piscine, musei e mostre. Queste ed altre possibili novità in questo articolo.

Il 7 gennaio scadrà il decreto Natale, che ha stabilito le regole da adottare durante il periodo festivo, a partire dal 18 dicembre. Allo scadere di tali date l’Italia potrebbe tornare al modello di suddivisone per zone in base al rischio. A darne l’annuncio è Conte stesso:

Continueremo col sistema per fasce. Se queste fasce ci daranno l’effetto di tenuta del sistema le manterremo. Se rischiano di compromettere il risultato positivo dovremmo operare dei ritocchi, ma il sistema resterà questo.

E i ritocchi di cui parla il premier sembrerebbero in arrivo. Oggi è infatti previsto l’incontro tra il Cts e il ministro Speranza, per decidere il da farsi. Quindi, al ritorno dell’Italia divisa in tre zone, potrebbero accompagnarsi nuove misure restrittive, attualmente al vaglio e che verranno annunciate nei prossimi giorni.

Inoltre, dall’incontro tra il Governo e le Regioni, è emersa la volontà da parte dei governatori di voler continuare con misure restrittive, per contenere i contagi che in questi giorni stanno aumentando, tra le quali un possibile stop allo spostamento tra comuni.

Al vaglio anche l’ipotesi di un’Italia completamente in zona rossa il 9 e il 10 gennaio. 

Si lavoro anche per anticipare le misure del nuovo dpcm.

Cosa accade dopo il 15 gennnaio?

Il dpcm, entrato in vigore il 3 dicembre e in scadenza il 15 gennaio, aveva confermato per tutto il mese scorso il coprifuoco nazionale dalle 22 alle 5; tale misura resterà parzialmente attiva anche dopo lo scadere del dpcm.

Il coprifuoco infatti resterà comunque attivo a livello nazionale, ma dovrebbe essere anticipato alle ore 20:00.

Oltre al coprifuoco e al divieto di circolazione notturna resteranno in vigore le seguenti norme:

  • Obbligo di indossare le mascherine sia all’aperto sia al chiuso
  • Distanziamento sociale di almeno un metro.
  • Divieto di assembramenti. I sindaci potranno inoltre chiudere strade e piazze per evitare che si crei folla per lo shopping o per la movida.

Sei le Regioni attenzionate in cui il virus circola maggiormente (indice Rt superiore o pari a 1): Veneto, Calabria, Basilicata, Liguria, Puglia, Lombardia.

L’attenzione deve restare comunque massima; proprio per questo Veneto, Liguria e Calabria potrebbero restare in zona rossa, mentre Lombardia e Puglia potrebbero ritrovarsi in zona arancione dopo l’Epifania.

Tuttavia, come detto anche prima, è probabile una zona arancione nazionale il 9 e il 10 gennaio.

I colori delle varie Regioni, inoltre, sono ancora oggetto di studio da parte del governo e nelle ultime ore stanno emergendo diverse speculazioni ed ipotesi. Per cui tali dati relativi al possibile colore delle Regioni sono da prendere con le pinze in quanto la situazione potrebbe drasticamente cambiare quando il tavolo del Cts sarà concluso.

Dovrebbero essere inoltre in arrivo nuove restrizioni tra il 7 e il 15 gennaio, oltre a quelle già citate.

Dal 7 gennaio, inoltre, ripartirà la scuola in presenza anche per le superiori: nella prima settimana però potrà tornare in classe il 50% degli studenti; dal 18 gennaio, tornerà in classe il 75% . Per tale occasione potenziati i mezzi pubblici, con 300 milioni stanziati per pagare le corse aggiuntive. Nelle scuole ingressi scaglionati fino alle 10.

L’ISS e il vaccino

L’ISS intanto teme e prevede un incremento dei casi di Covid a causa delle feste natalizie. Proprio l’Istituto Superiore di Sanità predisporrà un nuovo monitoraggio il prossimo 5 gennaio. Tale misura servirà al ministero a riorganizzare la nuova categorizzazione delle Regioni in base alle diverse fasce di rischio.

E’ quanto mai importante non stressare troppo il sistema sanitario, che in questi giorni sta ulteriormente facendo un nuovo sforzo per sopperire alla campagna vaccinale partita da pochi giorni.

Bar e ristoranti

Bar, ristoranti, pasticcerie, gelaterie,  dovrebbero chiude alle 18, anche in zona gialla.

Dopo quell’orario solo un servizio a domicilio o d’asporto, con il divieto però di consumare cibi e bevande nei pressi del locale.

Tali norme dovrebbero scoraggiare le uscite serali; intanto la Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercenti) chiede di rivedere questa norma, che grava ulteriormente su un settore già in crisi.

Dovrebbe rimarrebbe anche l’obbligo di sedersi al tavolo in massimo 4 persone, esclusi i conviventi.

Le novità per  negozi e centri commerciali

Dopo il 15 gennaio  probabilmente tornerà l’orario normale per i negozi;  saranno aperti fino alle 19 o alle 20.

 I centri commerciali dovrebbero restare invece chiusi nei festivi e prefestivi anche dopo lo scadere del decreto.

In zona rossa, stando a quanto è emerso fino ad ora, restano chiusi i negozi di calzature per adulti, le gioiellerie, i negozi di abbigliamento. Chiusi i centri estetici e aperti i parrucchieri.

Sempre aperti farmacie, supermercati, edicole, tabaccai.

In zona arancione e gialla invece sono aperti tutti gli esercizi commerciali.

Il mondo dello sport

Il ministro Spadafora ha annunciato che a gennaio potrebbero riaprire palestre e piscine.

Penso sia possibile, seppur con alcune limitazioni, riaprire palestre, piscine e centri di danza entro la fine di gennaio.

Tuttavia continueranno a non esserci lezioni di gruppo e ad essere vietati gli sport da contatto.

Dovrebbe essere invece possibile svolgere attività motoria all’aperto in forma individuale, purché nel rispetto delle misure anti contagio.

Per quanto riguarda invece gli impianti sciistici, gli stessi governatori delle Regioni alpine avrebbero chiesto di rimandare al 18 gennaio l’eventuale riapertura degli impianti (inizialmente prevista per il 7 gennaio).

Cinema, teatri e musei

Probabilmente cinema e teatri per il momento non torneranno in attività. Diverso il caso di musei e mostre, che, anche subito dopo il 15 gennaio, potrebbero accogliere nuovamente i visitatori, anche se con ingressi contingentati.

Trasporti

Nessuna particolare novità per il mondo dei traporti, che vedrebbe anche in questo caso fissata la soglia massima di capienza dei mezzi pubblici al 50%.

 

Tutte le novità citate, in ogni caso, non sono ancora state confermate e si attende l’ufficialità (o la smentita) da parte del Governo, che, in ogni caso, dovrebbe arrivare nel corso dei prossimi giorni.

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