Avvio dei vaccini in Campania: è polemica sulla precedenza attribuita ai dirigenti amministrativi rispetto ai medici in prima linea: “La Regione è impreparata”.
Nella fase di avvio delle vaccinazioni imperversa il caos sugli operatori della sanità in Campania. Secondo il segretario regionale del sindacato Cimo Antonio De Falco, la Regione Campania si è fatta cogliere impreparata, senza una piattaforma per gestire la procedura e stabilire le precedenze.
Le polemiche riguarderebbero la precedenza attribuita dalla Regione ai dirigenti delle aziende, a scapito dei medici che sono in prima linea. De Falco, afferma che:
“La Regione ha fatto un elenco per decidere chi deve essere vaccinato per primo, ma una volta stabilito che va immunizzato prima il personale sanitario, tutti gli operatori devono essere sullo stesso piano e non si possono fare preferenze. Diventa difficile dire chi è in prima linea: non sono solo i medici dei posti di pronto soccorso e delle ambulanze, ma anche, ad esempio, chi fa attività ambulatoriale e medicina di base. Va quindi trovato un criterio più equo possibile: cominciamo a vedere il numero di prenotazione, a patto che la richiesta venga fatta a tutti. Così non sarebbe stabilito a priori chi viene prima e chi dopo e nessuno potrà dire che si stanno facendo parzialità”.
Il commissario dell’Asl Napoli 1 Ciro Verdoliva, ha promesso che:
“Dal 7 gennaio inizieremo migliaia di vaccinazioni alla Mostra d’Oltremare”.
Ma De Falco controbatte così:
“Ogni annuncio va verificato alla prova dei fatti. Le vaccinazioni vanno fatte in ambiente protetto, che per definizione è un ospedale o un ambulatorio. Se anche la Mostra d’Oltremare sarà resa un ambiente protetto, allora va bene”.
I sindacati di categoria Anaao Assomed, Aaroi Emac, Cimo, Cgil Fp medici e dirigenti sanitari, Federazione Cisl Medici, Uil Fpl Medici, Fvm, Fassid, Fesmed e Anpo Ascoti Fials Medici hanno chiesto in una nota che:
“Venga assicurato un piano vaccinale anche per i tutti i sanitari della dipendenza, convenzionati, pensionati, libero professionisti e per tutti quegli operatori sanitari che ‘sfuggono’ al sistema in quanto esterni ad esso ma non per questo meno a rischio di contagio”.
Inoltre:
“Un nuovo dialogo tra istituzioni e parti sociali, unico vero modus operandi che può portare ad offrire a tutti i cittadini cure di qualità”.
Bisogna:
“Avere un piano dei fabbisogni che sia preceduto da un confronto costruttivo con le parti sociali, per porre fine a soluzioni e estemporanee di problematiche annose e quanto mai cogenti”.
Infine, serve:
“Un assessore alla sanità, essendo ormai finito da più di un anno il tempo del commissariamento, competente e lontano da logiche di spartizione di potere politico e soprattutto in grado di porre le basi per una sana riorganizzazione del sistema di cure post pandemico”.
Su questo, De Falco ricorda che:
“Abbiamo chiesto un assessore anche prima delle elezioni regionali: uscire dal commissariamento non significa certo che il presidente della regione faccia anche l’assessore alla Sanità. Un assessorato è fatto di programmazione”.
Secondo quanto riferisce Maurizio Di Stasio, consigliere regionale del Cimo, all’azienda ospedaliera “Sant’Anna e San Sebastiano” di Caserta in questa fase non si sta dando la precedenza ai dirigenti amministrativi:
“Si sta vaccinando il personale sanitario, con precedenza a reparti come pronto soccorso, pneumologia, rianimazione. Finora non si sono state reazioni avverse. Gli amministrativi non sono ancora inseriti in elenco e dovranno aspettare i prossimi giorni”.
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