Il titolo non è una casualità. In tre giorni sono stati scoperti a Napoli 350 “infiltrati” per la somministrazione del vaccino anti-Covid, persone che, pur non facendo parte del ramo sanitario o comunque di categorie a rischio (inserite nella fase 1 del piano vaccinale), hanno comunque cercato di agire da furbetti tentando di farsi somministrare una dose di vaccino: di fatto, ecco l’altra faccia della medaglia, ciò che si nasconde dietro la fresca notizia delle ultime ore secondo cui la Campania è stata incoronata prima regione in Italia per somministrazioni vaccinali anti-Covid (101%).
Lo stesso direttore generale dell’Asl Napoli 1, Ciro Verdoliva, ha personalmente sorpreso in coda alla Mostra d’Oltremare, nella giornata di domenica, un “noto avvocato”, che nel momento in cui è stato colto con le mani nel sacco ha cercato di sviare usando delle goffe giustificazioni.
Verdoliva, dopo gli ultimi avvenimenti, ha deciso che d’ora in avanti, per poter accedere ai box occorrerà non solo essere identificati, ma anche esibire un documento con il quale si attesta di essere dipendenti di una struttura sanitaria, e si è espresso così sul tema: “Gli operatori che afferiranno presso la struttura vaccinale, oltre al documento di identità e la tessera sanitaria, dovranno portare con sé: se dipendenti, il tesserino della struttura e una copia di una busta paga; se operatori a rapporto libero professionale, la certificazione della struttura presso la quale operano ed una copia del Cud; se dipendenti di ditte con appalto continuativo con la struttura, la certificazione rilasciata dalla struttura sanitaria presso la quale svolgono il servizio e una busta paga della ditta della quale sono dipendenti. Diversamente non saranno accettati”.
Che poi continua: “Ciò si è reso necessario al fine di evitare il ripetersi degli spiacevoli episodi verificatisi nei giorni scorsi, quando numerose volte è stato necessario interrompere il flusso di ingresso al Vaccine Center al fine di verificare le credenziali per l’accesso. Si ricorda che le certificazioni rilasciate al personale operante nella struttura devono, a pena di nullità, essere completamente compilate su carta intestata della struttura sanitaria che le rilascia ed inoltre devono recare timbro e firma della struttura. L’attestazione deve essere, quindi, protocollata e registrata così che eventuali verifiche successive possano effettivamente riscontrarne l’autenticità”.
Anche il Governatore della Campania Vincenzo De Luca aveva sospettato qualcosa nei giorni passati, tanto da chiedere al Governo di fare in modo che “la distribuzione del vaccino venisse effettuata in maniera seria e non da mercato nero”: ultime due parole che rischiano seriamente di subdolarsi, appunto, nei furbetti che cercano con l’inganno di farsi somministrare una dose di vaccino e in quei racconti che iniziano a circolare tra la gente secondo cui “il parente di questo e l’amico di quell’altro” sono riusciti, nonostante tutto, a ricevere la famigerata dose di vaccino, pur di fatto non avendone diritto.
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