Potrebbe essere visto come un “uomo talent“, viste le sue partecipazioni a X Factor, The Voice of Italy e, per ultima, ad All Together Now. Ma la realtà è un altra. Antonio Marino non ama la televisione, come lui stesso ha dichiarato più volte, ma nutre un amore viscerale verso la musica, l’odore del palco, il pubblico. La televisione è sempre fatto da tramite tra il suo cuore e il pubblico, ma non ha mai rappresentato l’arrivo, bensì, sempre, un punto di partenza.38 anni, consapevole e determinato. Antonio Marino ha da poco pubblicato il suo nuovo singolo: “Frida“, un vero e proprio viaggio nella sua vita, passata e presente ma, soprattutto, nella sua anima.
In occasione dell’uscita del nuovo singolo abbiamo fatto una chiacchierata con lui, ripercorrendo la sua carriera e non solo.
Ciao Antonio. Come stai? Come stai vivendo questo periodo complesso, soprattutto per voi lavoratori dello spettacolo?
Sto bene, ma mi sento come se stessi vivendo sospeso per aria. Non poter fare live è un po’ come respirare a fatica per me. Non è solo un lavoro, ma una necessità fisiologica. Ma sono positivo, spero che si possa tornare alla normalità il prima possibile.
X Factor, The Voice e ultimo in ordine di tempo, All Together Now, quanto sono stati importanti queste 3 esperienze per la tua vita e per la tua carriera?
Potrà sembrare strano, ma io non amo molto la televisione, ma so anche che è il mezzo più veloce per arrivare a più persone possibili. In questi anni ho capito che la cosa più importante, anche in tv, è quella di non fingere. Potrà sembrare banale, ma il pubblico percepisce la differenza tra verità e finzione, e credo che la verità alla lunga paghi sempre.
Di quest’ultima esperienza in particolare su Canale 5, cosa porterai con te?
In merito a queste esperienze televisive, c’è un insegnamento in particolare che ha lasciato il segno? C’è invece “qualcosa” che non rifaresti?
Ho imparato che sono molto più coraggioso di quanto pensassi. Innanzitutto perché non ho mai mollato, non ho mai voluto avere un piano B, e poi perché ho studiato per fare questo mestiere e continuo a farlo.
Forse una cosa che cambierei però c’è: risponderei diversamente a determinati giudizi, difendendo la mia musica con più convinzione.
Un’occasione per riassaporare il palco è stata la partecipazione al concerto dell’Epifania. Com’è andata?
Il concerto dell’Epifania è stato una cosa che non dimenticherò mai. La mia prima volta con un’orchestra e per di più in una location che mi ha fatto sentire davvero un privilegiato. Lì la musica ha assunto un valore diverso, mi sono sentito per la prima volta al posto giusto.
Frida è il nome del tuo nuovo singolo. In che momento nasce questo brano e cosa rappresenta per te?
L’unico modo per superare un momento di sofferenza è passarci attraverso, perché alla fine del tunnel ci sarà sicuramente qualcosa di meglio. Alla fine del tunnel ho trovato Frida, un dialogo allo specchio con me stesso, con il mio vecchio me soprattutto, quello che amava in maniera totalitaria gli altri ma molto poco se stesso. Ora non è più così. Non si può amare nessuno se non si parte dall’amore per se stessi.
Se ti dico “C’era una volta scugnizzi”, qual è la prima cosa che ti viene in mente?
La prima cosa che mi viene in mente? Il momento più bello della mia vita: il mio debutto, l’odore del palcoscenico. Nulla è più vero del teatro e non c’è nulla di più appagante di un applauso a chiusura sipario.
Cosa c’è nel tuo futuro?
La musica, cos’altro potrebbe esserci?