Sergio De Simone aveva 8 anni quando dal Vomero venne deportato ad Auschwitz e poi a Neuengamme. E’ passato alla storia per essere l’unico bambino italiano, di origini ebraiche, sottoposto alle sperimentazioni pseudoscientifiche dei nazisti. Per poi essere ucciso poco prima della Liberazione. Tutto ciò fu possibile grazie alla complicità del regime fascista, che con le leggi razziali spianò la strada alle persecuzioni dei nazisti anche sul territorio italiano.
Da Auschwitz, nel ’44 Sergio fu scelto da Joseph Mengele tra i 20 bambini da inviare al campo di concentramento di Neuengamme, per essere utilizzati come cavie umane per gli esperimenti sulla tubercolosi del dottor Kurt Heissmeyer. Questo era già noto per i suoi esperimenti su prigionieri russi.
Come testimoniato nei processi che seguirono alla Liberazione, Heissmeyer non possedeva nessuna conoscenza scientifica nel settore della immunologia e della batteriologia. Dal ’44 continuò i suoi esperimenti sui piccoli prigionieri ebrei, iniettando loro bacilli di tubercolosi. I bambini vennero poi ammazzati a pochi giorni dalla Liberazione, nei sotterranei della scuola amburghese di Bullenhuser Damm.