lunedì, Novembre 25, 2024
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Sara Pantuliano: da L’Orientale di Napoli a grillo parlante del Presidente Biden

In una sua intervista al quotidiano La Repubblica, l’ormai economista di origini salernitane non ama definirsi un “cervello in fuga”.

Tra i primi cinque economisti seguiti dalla squadra del neo-presidente degli Stati Uniti Biden spicca l’impronta di Sara Pantuliano, amministratore delegato dell’Overseas Development Institute, un centro di ricerca indipendente.

Pantuliano risiede ormai a pianta stabile a Londra, ma nasce a Salerno nel 1969. Si forma prima nella sua città natale e, successivamente, all’università L’Orientale di Napoli, dove studia alla facoltà di Scienze Politiche. All’età di 21 anni ha la possibilità di partecipare ad un Erasmus a Londra.

Proprio a Londra si stabilirà all’età di 24 anni per uno stage e un dottorato in Politics and international studies. L’esperienza all’estero, combinata con i suoi studi, le ha permesso di conoscere e parlare fluentemente 4 lingue (inglese, francese, spagnolo e arabo) che vanno ad aggiungersi al dialetto salernitano, come afferma lei stessa. Nel frattempo, Sara ha anche trovato il tempo di diventare madre.

La sua esperienza l’ha portata a diventare uno degli economisti tenuti d’occhio dal Presidente Biden, che proprio sui consigli di alcuni economisti modellano le proprie scelte politiche. I consigli di Pantuliano si trovano nel blog “Beyond American exceptionalism: a global agenda for the Biden-Harris administration“.

L’intervista su Repubblica

Nella sua intervista al quotidiano, Sara Pantuliano parla di Stati Uniti, della sua vita a Londra e, soprattutto, dei cervelli italiani – e meridionali – in fuga all’estero.

Tra i consigli forniti al Presidente Biden spicca un invito a reimpostare l’azione multilaterale su temi cruciali: pandemia, clima, migrazione, e, ovviamente, pace e sicurezza. Secondo Pantuliano il ritorno degli USA nell’Oms e negli accordi di Parigi sul clima e il fatto che abbiano revocato il divieto di ingresso negli Usa ai musulmani sono un buon punto di partenza. Servirà, comunque, far funzionare il multilateralismo a lungo termine, soprattutto in campo di pace e sicurezza globale. Alla domanda su se salverebbe qualcosa dell’amministrazione Trump, la risposta è lapidaria: la mancanza di un vero approccio interventista.

Il rapporto con la sua terra d’origine, però, rimane forte. Sebbene Pantuliano ammetta che riesce a tornare in Italia due, al massimo tre volte l’anno, non ha mai dimenticato le sue origini e ha fatto sì che anche i suoi figli le abbiano fatte proprie. Oltre a tifare Salernitana, Roma e Napoli, i ragazzi parlano italiano e il primogenito ha addirittura deciso di frequentare l’università a Milano.

Il fulcro principale dell’intervista sembra, però, essere la stringente questione dei cervelli italiani in fuga. Sara Pantuliano, però, offre una nuova prospettiva, sicuramente più positiva rispetto alla tendenza generale.

Io vedo la mobilità a livello globale come un arricchimento, non come una fuga. Il problema è che noi esportiamo le eccellenze e ne importiamo poche.

Il vero problema dell’Italia, dunque, sembra essere la limitata offerta di sbocchi occupazionali, peggiorata dal fatto che non ci sia un vero sistema meritocratico.

Quando le chiedono se ritornerebbe in Italia, però, l’amministratrice non ha dubbi: “Con piacere, se ci fosse l’opportunità giusta”.

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