La candidatura di Antonio Bassolino a sindaco di Napoli smuove le acque del già turbolento scenario politico del centrosinistra napoletano, che si prepara al voto in primavera. Per gli osservatori, la notizia non è una sorpresa. Attraverso la Fondazione Sudd, l’ex sindaco ha partecipato con intensità crescente al dibattito cittadino durante gli anni di de Magistris. Una presenza che si è intensificata a partire da novembre, dopo l’ultima sentenza di assoluzione nei 19 processi in cui è stato imputato per vicende risalenti a quando era presidente di Regione.
Il Pd napoletano, però, non ha accolto con calore la candidatura. Il segretario dem Marco Sarracino ha detto: “Bassolino è mal consigliato”. E’ arrivata poi la stoccata di Gennaro Mola, compagno di Valeria Valente, che ha scritto: “Anziani che non sanno invecchiare. Che tristezza!”. Diversi esponenti di area a Napoli e provincia lo hanno attaccato per la caduta di stile. Salvatore Prisco ha infilato il dito nella piaga: “Ci sono state anche giovani signore che era preferibile facessero altro, invece che candidarsi. A buon intenditor, poche parole”. L’allusione è al disastro – elettorale e d’immagine – che il Pd partenopeo subì nel 2016, con le primarie che avevano visto sfidarsi proprio il trio d’acciaio Valente-Bassolino-Sarracino. Poi la candidatura prescelta della Valente era stata macchiata da monetine fuori ai seggi e liste gonfiate.
Di lì in poi il Pd napoletano, le cui vicende si intrecciano sempre con quelle dei vertici romani (in quegli anni in preda agli andirivieni del renzismo), aveva cercato di ripulirsi la faccia in un processo che ha portato alla segreteria regionale di Sarracino, che è di area orlandiana. Si sa che Sarracino lavora a un’alleanza col M5s. Si parla da un po’ di una possibile discesa in campo (da Montecitorio) del presidente della Camera Roberto Fico, favorito in un sondaggio dell’Istituto Noto. Ma ci sarebbero anche Gaetano Manfredi e – meno probabile – Enzo Amendola, ministri del Conte bis non riconfermati.
Lo scenario è in ogni caso complesso, considerando anche che lo stesso segretario nazionale Nicola Zingaretti, aveva accolto positivamente il riscatto di Bassolino dalle accuse processuali. A novembre Zingaretti aveva scritto: “Un grandissimo abbraccio ad Antonio Bassolino. 19 assoluzioni: un calvario che un leader della sinistra italiana come è lui ha affrontato con grande determinazione, dignità e rispetto delle istituzioni. Non è da tutti”.
Infine ci sono da capire le posizioni delle aree altrettanto frastagliate del centro, che va da Italia Viva di Graziella Pagano, ai circoli moderati che girano intorno alla persona di Clemente Mastella, non dimenticando che la stessa rete di influenze di Vincenzo De Luca trascende le strutture del Pd regionale. La cosa certa è che lo scenario politico regionale del centrosinistra si è sempre più lottizzato in composizioni feudali, riconducibili a persone singole e a interessi di pochi.
Come di consueto, più chiara appare la situazione nel centrodestra, dove sul nome del pm anticamorra Catello Maresca sembrano convergere tutte le forze della coalizione, superando agevolmente le contraddizioni interne che vedono un vertice antimafia corteggiato da forze la cui storia regionale è fatta di influenze tutto fuorché limpide.