venerdì, Novembre 22, 2024
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Massimo Troisi, l’ultima intervista

Massimo Troisi non è solo l’ultima espressione di un modo di “intendere” la comicità, perché a “farla”, nel tempo, ci sono riusciti in tanti.

Troisi è stato lo spartiacque tra il vecchio e il nuovo, nel mezzo solo un nome: il suo. Una spontaneità malinconica che lo accompagnava durante i suoi lavori e durante le tante interviste rilasciate negli anni, diventate delle vere e proprie pietre miliari della comicità, posizionate poco più in basso delle sue opere, scolpite nella memoria collettiva di Napoli e del cinema.

Famigerati i botta e risposta con l’amico Pippo Baudo, tra i primi a credere in quel trio comico, poi ribattezzato “La Smorfia” che da San Giorgio a Cremano ha portato Massimo Troisi a leggere il suo nome durante la notte degli Oscar, da lontano, troppo lontano.

Quel film “Il Postino“, girato a Procida, nominata quest’anno capitale della Cultura 2022, dove ancora risuona la sua voce, il suo genio e dove Troisi sfoggiò le sue ultime gesta, come il più coraggioso degli eroi.

Proprio sull’Isola, Troisi rilasciò la sua ultima intervista al giornale locale “L’onda“, realizzata da Michele Assante Del Leccese, attualmente assessore alla Cultura del comune di Procida.

Ve la riproponiamo.

“Vuoi un caffè o un bicchier d’acqua?”.

L’offerta di Massimo agisce su di me come un tranquillante: lui è così, come lo si vede sullo schermo, nessun aria da grande attore, un antidivo per eccellenza, pronto a metterti a tuo agio. I complimenti sono d’obbligo, ad uno dei più amati degli attori, anzi, ad uno dei più amati artisti napoletani del nostro tempo.

Inizio a parlare, un po’ timoroso, ma poi l’emozione passa: è un amico vero, accetta con sorriso i miei complimenti sul suo penultimo film “Pensavo fosse amore…” ed è già lì a ricordare la sua prima volta a Procida.

“Ricordo che fu nel ’77 o nel ’78, non mi ricordo bene, è passato tempo, con ‘La Smorfia’, ma non ricordo dove andammo (Conca Verde, ndr).

Le piace allora la nostra isola?

Tantissimo. Io la conoscevo già da giovane, mi piace sia perché ogni isola ha il suo fascino, diverso dalle altre, come un posto isolato dal resto del mondo, e poi perché mi ricorda tanto il posto dove sono vissuto, San Giorgio a Cremano, che è in periferia, lontano dalla città. Io sono fatto così, adoro la tranquillità, anche perché sono un po’ pigro. Inoltre Procida è rimasta così, intatta, non ancora sbranata. Mi dà un senso di calma, tranquillità. Datevi da fare per valorizzarla“.

Allora sei stato tu a scegliere l’isola per il film?

Non solo io, l’abbiamo scelto insieme, con tutta la produzione. Abbiamo anche girato qualcosa a Salina, ma a Procida e, in particolare, la Coricella ci è piaciuta soprattutto per l’architettura e i colori delle case che ben si adattavano all’ambientazione del nostro film“.

Mi parli un po’ del tuo personaggio?

Beh io faccio la parte di un postino che ha la fortuna, per puro caso, di fare l’incontro della vita, quello con il poeta Pablo Neruda. Una storia un po’ diversa da quelle che sono abituato a raccontare, un personaggio in cui mi ritrovo, un uomo pieno di umanità”.

Quindi è una storia vera?

Sì, in parte sì. Neruda fu mandato molte volte in esilio e venne anche in Italia, a Capri, ma l’incontro con il postino avvenne in Cile. Infatti il romanzo da cui è tratto il film è di un autore cileno“.

Cosa ne pensi della tua partner?

Maria Grazia Cucinotta è bravissima, recita senza trucco perché deve essere la tipica ragazza mediterranea, una ragazza semplice degli anni ’50”.

Per quando è prevista l’uscita del film?

Le date proponibili sono tre: settembre, Natale o Gennaio. Non sappiamo ancora con precisione“.

Massimo, quando ti rivedremo in un film tutto tuo scritto da te?

Per ora non lo so, anche perché sono ancora assorbito completamente da questo film, alla cui sceneggiatura ho collaborato anche io. Si vedrà“.

Alfredo, amico di Troisi da tantissimi anni, e attore in diversi suoi film, mi fa cenno che l’intervista è finita. Stringo la mano a Massimo e gli faccio i miei migliori auguri per il futuro.

Il mito è servito: grazie Massimo.

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