Nel corso della scorsa settimana, un’ulteriore tragedia si è abbattuta su Napoli. Il 2 Marzo, una docente di 62 anni, insegnante di inglese all’istituto Cesare Pavese, è venuta a mancare una settimana dopo l’iniezione della prima dose del vaccino anti-Covid di Astrazeneca. La donna ha iniziato ad accusare gravi dolori già solo dopo due ore dall’iniezione. Attualmente, le indagini sono in corso e l’ipotesi di reato è colpa medica. Bisogna comprendere se ci sia un nesso col vaccino e se i medici hanno rispettato tutti i protocolli senza commettere errori.
Attualmente sono due i medici sotto indagine: il primo è il medico di base, che aveva prescritto una flebo per la reidratazione; il secondo, il cardiologo che aveva dimesso la paziente il giorno del decesso poiché non aveva riscontrato complicazioni a livello cardiaco. La donna non aveva patologie pregresse.
La Procura ha già nominato 4 consulenti, altri 4 consulenti sono stati richiesti dalla famiglia, la quale ha scelto di affidarsi all’avvocato Marcello Severino. La morte della docente ha destato molto clamore a causa della recente vaccinazione. Bisogna tuttavia ancora comprendere se ci sia un nesso tra i due avvenimenti: non si esclude che siano stati i medici a non rispettare i protocolli.