di Maria Rita Balletta – Considerata tra i luoghi di villeggiatura più affascinanti per il patrimonio artistico-culturale e la suggestione dei suoi territori, la Campania è sempre stata una delle mete turistiche più ambite e ricercate. Sino al 2020. L’avvento del Coronavirus ha decretato un cambio di scenario. In pochi mesi, uno dei settori che costituiva circa il 13% del PIL e dava lavoro a più di quattro milioni di persone è stato messo in ginocchio.
La riapertura delle attività e delle località di villeggiatura, in seguito al calo della prima ondata di contagi, che faceva ben sperare in una ripartenza dell’economia locale, ha nuovamente decretato un aumento del tasso dei contagi in tutta Italia. A ben poco sono servite l’attuazione dei protocolli di sicurezza e l’attività di monitoraggio definite dal Governo. Il turismo è stato ulteriormente intaccato dalla mancanza di visitatori stranieri, tanto da spingere alcune strutture a non aprire affatto. Questo è lo scenario che si è venuto a delineare in quelle zone dove il peso del turismo straniero è preponderante, come le isole di Ischia e Capri e la costiera amalfitana. Il mondo è costretto in una sorta di paralisi indotta dalla pandemia e ciò rende chiaro perché si tema il rischio che anche la stagione estiva 2021 abbia un risvolto negativo.
Lo stesso presidente della Campania, Vincenzo De Luca, durante gli Stati Generali del Turismo, tenutisi a Sorrento, ha affermato: “Finché non avremo le condizioni minime di sicurezza sanitaria diventerà estremamente problematico parlare di ripresa del turismo”.
Se ai piani alti continuano le trattative per far fronte alla crisi economica e sociale del Paese, dal basso non cessano gli appelli e le proteste di commercianti e operatori del turismo e dello spettacolo, i quali chiedono un maggior intervento da parte dello stato, in vista dei miliardi provenienti dall’Europa.
La situazione diviene sempre più tesa. Molti ristoratori ed operatori turistici sono ancora in attesa dei bonus emessi dal governo durante lo scorso anno. Inoltre, dei 209 miliardi destinati all’Italia nell’ambito del Recovery Fund, solo tre saranno destinati ai settori del turismo e della cultura. E, nel frattempo, le manifestazioni di protesta si susseguono. E’ quanto avvenuto il 1 febbraio 2021, ad opera degli operatori del turismo, riunitisi sotto l’hashtag #IlTurismoNonMolla, che hanno manifestato in piazza Plebiscito, davanti alla sede della Prefettura.
La filiera turistica è stata colpita al cuore a seguito delle conseguenze della pandemia, i nostri imprenditori, le agenzie di viaggio, gli agenti del turismo organizzato, i gestori di strutture ricettive integrative del reddito e imprenditoriali, le guide e gli accompagnatori turistici, le associazioni del turismo sociale, sono tutti costretti a subire la grave crisi senza trovare alcun riscontro di sostegno da parte delle istituzioni”, hanno dichiarato i manifestanti.
Turismo come motore per il rilancio dell’economia
Fa ben sperare, al contrario, l’andamento positivo del piano vaccinale in Campania, il cui obiettivo è quello di immunizzare quanti più soggetti, per consentire al Paese di ripartire il prima possibile.
Risale al 25 marzo il via alla distribuzione delle card di avvenuta vaccinazione in Campania. Si tratta di 170 mila Passaporti vaccinali consegnati al personale sanitario che ha completato la somministrazione della seconda dose sul territorio campano, mentre sono circa 4 milioni le card di “passaporto vaccinale” già ordinate, che saranno consegnate a tutti i cittadini vaccinati.
«L’obiettivo è utilizzare tale certificazione per rilanciare interi settori economici, in particolare il comparto turistico, cercando di legare la straordinaria offerta dei nostri territori alla certificazione di immunità degli operatori del settore», ha dichiarato il Presidente Vincenzo De Luca.