Zona rossa, arancione e restrizioni: finalmente si inizia a vedere la luce.
Aperture ci saranno, soprattutto da maggio, forse qualcosa già dal 20 di aprile si potrà riaprire
Sono queste le parole di Mariastella Gelmini, ministro per gli Affari regionali. La notizia arriva dopo giorni di tensioni, soprattutto con alcune categorie scese in strada per protestare.
Un programma di riaperture quindi che potrebbe partire già dal 20 aprile. Per il momento sono solo delle ipotesi, rese però più concrete anche dalle parole del sottosegretario della Salute, Pierpaolo Sileri:
Credo che tra il 20 aprile e il 15 maggio una scaletta di riaperture sia verosimile
afferma Sileri a Radio Cusano Campus.
Al momento quindi le ipotesi sono tutt’altro che definite: si pensa a un ritorno, almeno per territori con meno contagi, alla zona gialla. Si potrebbe ripartire da bar, ristoranti, cinema e teatri, per poi arrivare a palestre e piscine.
Anche per bar e ristoranti l’apertura è ancora da delineare, una delle opzioni è quella di riaprirli solamente fino alle 18, o di anticipare ulteriormente la chiusura: il ritorno alle cene fuori non è quindi imminente, ma si sta lavorando per far ripartire il settore.
Mentre per cinema e teatri potrebbero valere le regole pensate per il 27 marzo, quello che doveva essere il famoso giorno della ripartenza.
Sono solo ipotesi come già detto, in quanto ci troviamo nel periodo dell’incertezza totale.
Il modello da seguire prova a tracciarlo lo stesso Sileri, puntando a programmare le riaperture:
Dobbiamo ‘copiare’ il Regno Unito, mutuando la loro esperienza e dare una tempistica sulla base di quello che hanno fatto loro. Poiché come Europa siamo partiti un po’ in ritardo, possiamo ipotizzare riaperture un mese e mezzo dopo Gran Bretagna e Usa.
Secondo il sottosegretario alla Salute negli ultimi giorni di aprile i dati saranno più chiari e si potrà capire cosa riaprire e cosa no.
Bisognerà quindi attendere: è il periodo più duro, è il periodo dell’incertezza sottolineato senza sbavature nelle commoventi parole di Massimo Gramellini:
Non so dirvi quando riapriremo i ristoranti, ammette la ministra. E io scopro che baratterei la mia ultima utopia, passeggiare al parco senza sentirmi un pericolo pubblico, in cambio di una scadenza certa. Una qualsiasi. 17 aprile. 28 maggio. Va bene anche il 39 giugno. Ma datemi una data sicura. Qualcosa che mi permetta di programmare, cioè di illudermi di avere ancora uno straccio di controllo su quanto mi succede.
Basti pensare che la condizione che tanto ci atterrisce è quella con cui hanno convissuto normalmente i nostri antenati, alternandosi per millenni tra guerre ed epidemie. Persino nel nostro momento migliore, il Rinascimento, Lorenzo il Magnifico poetava: “Di domani non c’è certezza”. Ecco un caso in cui la Storia dovrebbe rassicurarci: noi il precariato esistenziale lo abbiamo nel Dna.
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