È assurda la decisione del Giappone di riversare in mare dal 2022 oltre un milione di tonnellate di acque contaminate della centrale nucleare di Fukushima, che produrrà non solo ripercussioni dal punto di vista ambientale e sanitario per l’area interessata, ma anche l’avvio di un metodologia di “smaltimento materiale tossico” che potrà essere seguita in futuro da altri Paesi. Le istituzioni internazionali devono quindi intervenire duramente e non far passare il messaggio che gli effetti nocivi delle radiazioni sono strettamente legati ai quantitativi con cui l’organismo o l’ambiente vengono in contatto e quindi la procedura potrebbe sembrare del tutto sicura.
Lo ha detto Vincenzo Peretti, docente del dipartimento di Medicina Veterinaria della Federico II e attivista di Europa Verde.
Lo sversamento dell’acqua radioattiva del reattore nucleare di Fukushima, in Giappone, preoccupa anche la Campania per possibili ripercussioni sulla fauna ittica che arriva anche in Italia.
Ho deciso di proporre un’audizione con tutte le associazioni che si occupano di pesca in Campania per analizzare la situazione nella nostra regione e cercare di capire come individuare il pesce potenzialmente radioattivo ed evitare che entri nel nostro sistema alimentare
dice Francesco Emilio Borrelli, consigliere regionale di Europa Verde e presidente dell’VIII Commissione Agricoltura, Caccia e Pesca.
Quella degli ambientalisti campani è una preoccupazione che per parte del mondo scientifico non ha ragione di esistere in quanto i livelli diluizione sono talmente alti da rendere bassissima la probabilità che un pesce s’imbatta nell’isotopo radioattivo trizio contenuto nell’acqua del reattore di Fukushima.
Nonostante ciò la Regione Campania predisporrà presto un incontro col comparto ittico per capire come le aziende locali intendono muoversi.
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