Emerso un particolare dalle intercettazioni, relative all’indagine sul clan Sibillo e agli spari sulle pizzerie dei Tribunali: “Sono stati i Mazzarella”.
In un appartamento del centro di Napoli, una donna legata al clan Sibillo si sfoga con una parente e sa che quella telefonata potrebbe essere intercettata, probabilmente lo spera. Durante il colloquio, ribadisce l’estraneità delle persone arrestate ieri, accusando affiliati al clan Mazzarella.
Ecco quanto è emerso dalla conversazione:
” Se le guardie ci stanno sentendo, è stato ‘o chiuov a sparare, e non loro. Hanno fatto intervenire le guardie (gli affiliati al clan rivale) e li hanno fatti arrestare! Hanno fatto il gioco loro!”.
La vicenda è tra quelle ricostruite nell’ordinanza che si è tradotta in 21 arresti tra le fila dei Sibillo. La telefonata intercettata risale alla mattina del 9 marzo 2019, quando da poche ore erano scattati gli arresti per 4 persone, ritenute ai vertici del clan Sibillo.
In manette erano finiti Giovanni Matteo detto “‘o pinguino” e Giovanni Ingenito “Barbalunga”, ma anche quelli che avrebbero preso le redini del clan che prima era stato quello della “paranza dei bimbi”, padri dei baby boss: Vincenzo Sibillo, detto ‘o Ninno, padre di Emanuele e Pasquale Sibillo, e Giosuè Napoletano, da cui il figlio Antonio aveva ereditato il soprannome di “Nannone”.
Tutti accusati di estorsione nei confronti delle pizzerie del centro storico; gli arresti erano avvenuti in concomitanza degli spari contro la saracinesca della pizzeria Di Matteo, la notte del 25 febbraio.
La donna intercettata a telefono, continua raccontando che:
“Lo hanno accusato di estorsione a Di Matteo. Il fatto che spararono nella pizzeria… che quelli sono stati quelle lote! E se le guardie ci stanno sentendo, è stato ‘o chiuovo a sparare, non loro!”.
La donna poi aggiunge che:
“Hanno arrestato anche a ‘o chiuovo”.
Parlando del parente arrestato, dice:
“Tanto non è che lo hanno accusato di omicidio, alla fine è solo un’estorsione. Alla fine due o tre anni e esce”.
Il gruppo Sibillo era finito al centro delle indagini perché considerato egemone nell’area a cavallo di via dei Tribunali, ma gli inquirenti avevano poi appurato che era in corso uno scontro tra la ormai ex “paranza dei bimbi”, collegata ai Contini e il gruppo guidato da Iodice Antonio, detto ‘o chiuovo, e Pietro Perez, invece collegato ai Mazzarella.