Dopo la diatriba sui fondi del Pnrr dedicati al Sud, nel decreto legge che istituisce il Fondo Complementare al Recovery, un contenitore finanziario da 30,6 miliardi di euro, si stabilisce il reintegro di 15,5 miliardi del Fondo di Sviluppo e Coesione usati a copertura del Piano nazionale di Resistenza e Resilienza. Lo si apprende da fonti di governo al termine della riunione del Consiglio dei ministri di ieri. L’intervento era stato anticipato dal presidente Mario Draghi nella sua replica alle Camere sul Pnrr.
Ma Vincenzo De Luca tuona: «Stiamo discutendo il Pnrr, parliamo di centinaia di miliardi di euro, ma se non risolviamo i problemi di sburocratizzazione la gran parte delle risorse è destinato a rimanere sulla carta. Intanto stiamo facendo la guerra per non togliere risorse al Sud. Ci hanno comunicato che quando arriveranno i fondi Ue ripristineranno i 21 miliardi del Fondo di Sviluppo e Coesione, per la mia esperienza non li vedremo più. Intanto nell’ambito del piano abbiamo presentato centinaia di proposte di opere pubbliche, andremo bene se ne accoglieranno il 10%».
Anche l’ex ministro Peppe Provenzano è intervenuto sulla vicenda. «Le risorse previste dal piano per il Sud sono una grande occasione, anche se per noi sono un punto di partenza». Così il vicesegretario del Pd Peppe Provenzano, predecessore di Mara Carfagna al dicastero per il Mezzogiorno, in una pausa dei lavori della segreteria dem dedicata proprio al Meridione. «Dobbiamo e vogliamo fare di più, supportando le amministrazioni a spendere per scuola, infrastrutture, sanità e soprattutto veicolando altre risorse per investimenti. Ci sono 100 miliardi oltre al Recovery fund per le piccole imprese e per creare occupazione per giovani e donne. È questo l’impegno del Pd».