Piatti vuoti e tavolini in piazza VII Settembre, al centro di Napoli: ecco la protesta dei ristoratori che non hanno spazi esterni, costretti a restare ancora chiusi. Per loro il cambio di colore, la zona gialla, non significa assolutamente nulla di positivo.
Anzi, sa di una presa in giro in quanto sono costretti a vedere i colleghi riempire di nuovo i tavoli e tornare a lavorare mentre loro, che non hanno luoghi dove mettere i tavolini fuori, restano, letteralmente, a guardare.
La Campania è in zona gialla dal 26 aprile, e come disposto dal governo hanno riaperto bar e ristoranti: solo chi ha spazio all’aperto è tornato a servire consumazioni al tavoli. Ecco perché, questa mattina è andata in scena la protesta dei ristoratori che non hanno tavoli fuori, ma solo all’interno, e che quindi si devono limitare solo all’asporto e al delivery.
“Le famiglie sono allo stremo, chiediamo che si possa riaprire anche a capienza ridotta” chiedono i ristoratori.
Sono 14 mesi che chi ha tavoli solo interni non può lavorare, le famiglie sono allo stremo, chiediamo che si possa riaprire anche a capienza ridotta, si deve dare anche a loro la possibilità di sostenere le spese quotidiane, non mettono un piatto a tavola da tempo e per questo qui abbiamo portato piatti vuoti. Riaprono teatri e palestre e non capiamo perché non viene tutelato il comparto ristorazione, in centro storico non ci sono grandi superfici ma trattorie a livello familiare, si arriva a 8, 12, 15 tavoli al massimo
ha dichiarato Rosario Ferrara, presidente del Consorzio Toledo Spaccanapoli, associazione che rappresenta una quindicina di ristoranti del centro storico di Napoli.
Dobbiamo riaprire, io sono fortunata perché fino a oggi posso mettere ancora il piatto a tavola ma c’è chi non ha più questa possibilità, bisogna pensare alla disperazione delle persone” ha spiegato una ristoratrice. “Abbiamo pari dignità – dice un altro ristoratore – rispetto a chi ha lo spazio esterno. Tutti i cittadini sono in strada, lavorano, si consente il flusso di giovani nelle piazze, e noi siamo chiusi? Chiediamo coerenza. La sicurezza si ottiene con il distanziamento come si fa alle Poste, in banca, in bus, in metro, non vedo perché accanirsi con la ristorazione.
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