Il 9 maggio ormai è diventata una tradizione figlia di un mistero che continua a rimanere nell’ombra. Era nell’aria che sarebbe successo qualcosa, in tanti se lo aspettavano e in molti lo speravano.
Le ultime notizie riguardanti Liberato, il cantante senza volto, risalivano alla fine dello scorso mese di marzo quando, veniva annunciato uno slittamento in avanti, fino all’aprile 2022, dei due concerti programmati a Milano, che avrebbero dovuto originariamente tenersi nell’aprile del 2020.
Ora l’interprete partenopeo torna a far parlare di sé con il suo nuovo singolo: “E te veng’ a piglià”, uscito allo scoccare della mezzanotte in sintonia con il cambio della foto profilo in rosa.
Ma se il brano è in pieno stile Liberato tra neomelodico, urban e pop, il videoclip è qualcosa di totalmente diverso rispetto a ciò che abbiamo visto finora.
Il video del nuovo singolo vede come protagonisti cinque ragazzi a bordo di una Volkswagen nel corso di un’estate senza pensieri passata solo a baciarsi, tuffarsi e passarsi le canne. Tutto questo clima di confusione arriva all’apice nella seconda parte del video, quando vediamo i ragazzi inseguire una luce nel cielo blu mentre camminano tra le rovine di un anfiteatro.
L’ultima inquadratura vede sulla scena l’auto iniziale trafitta dai raggi di luce, mentre i ragazzi le si avvicinano. Stacco su un tavolo con una rosa rossa sopra.
Scorrono i titoli di coda ed ecco la sorpresa che nessuno si aspettava: regia di Enea Colombi.
Ed è così che anche l’unica certezza che avevamo di fronte al grande punto interrogativo sull’identità di liberato, si è sgretolata: Francesco Lettieri, la persona che aveva costruito l’estetica cinematografica dietro a Liberato, non c’è.
Questa scelta dà un aspetto ancora più intrigante all’enigma sul cantante. Premesso che Colombi sia un regista tanto giovane quanto talentuoso, perché cambiare, se Lettieri era un elemento così portante nel progetto Liberato?
Guardando il video “E te veng’ a piglià” è chiaro che il nuovo regista non ha intenzione di replicare Lettieri, ma vuole dare una nuova impronta al mondo di Liberato. La Napoli che era centrale nei suoi video, qua scompare e lascia spazio a un lavoro a tratti disturbante. Sicuramente è un video che lascia tanti punti interrogativi, lontani dalla concretezza a cui Lettieri ci aveva abituato in quanto i suoi video raccontavano storie legate ad un mondo reale, mentre in questo si è sospesi tra la confusione e la metafora. Ed è probabilmente questo andare oltre la realtà delle cose, che ci lascia per l’ennesima volta sorpresi dinnanzi alla figura di Liberato.
Chi è LIBERATO?
Galeotta fu la “Nove Maggio” del 2017, che generò una risonanza alimentata da altri successi tra cui “Tu T’è Scurdat’ ‘E Me”, “Gaiola Portafortuna”, “Intostreet” e “Me staje appennenn’ amò”. Quattro anni nel corso dei quali ha preso forma il mito di LIBERATO, imperniato su un semplice interrogativo: chi è?
A caratterizzare infatti il fenomeno è, prima di tutto, l’anonimato. Non si sa di preciso chi si nasconda dietro la voce dell’artista e in questi anni sono state molte le ipotesi e congetture in merito. Inizialmente si era pensato si potesse trattare di Calcutta, vista la collaborazione frequente con lo stesso Lettieri, per poi spostare l’attenzione su Livio Cori. Il fenomeno ha assunto proporzioni tali da stimolare vere e proprie inchieste, come quella del giornalista napoletano Gianni Valentino, che ha scritto il libro “Chi è Liberato?”.
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