venerdì, Novembre 22, 2024
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Giornata Internazionale Dell’infermiere: “Non chiamateci Eroi”

Il 12 maggio è la giornata internazionale dell’infermiere, istituita al fine di valorizzare il contributo degli infermieri nella società.

Nel 1974 tale data fu scelta per celebrare l’anniversario della nascita di Florence Nightingale, la quale è considerata la fondatrice della moderna assistenza infermieristica. Ogni anno l’ICN sceglie un tema e distribuisce un kit divulgativo che contiene materiale educativo e informativo.

Il tema scelto quest’anno dalla FNOPI – Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche –è “OVUNQUE PER IL BENE DI TUTTI, Infermieristica di prossimità per un sistema salute più giusto ed efficace”.

Oggi ha ancor più significato celebrare gli infermieri di tutto il mondo per il contributo indispensabile alla lotta al Coronavirus che da oltre un anno stanno offrendo alla società. Essere operatori sanitari in questa epoca ha significato donare la propria vita al prossimo, metterla in pericolo e, purtroppo, anche perderla. Gli operatori sanitari stanno quotidianamente dando l’esempio di come dedicare la propria vita al prossimo nei vari ospedali d’Italia dove la pandemia ha messo a dura prova il sistema sanitario locale.

Giulia e Marco sono due giovani infermieri neolaureati che hanno dovuto muovere i loro primi passi nel reparto Covid; essere infermieri è dura ma oggi lo è ancora di più e i due giovani si lasciano andare a delle riflessioni sull’essere infermieri oggi.

Essere infermieri è un po’ come essere “l’estensione” dei pazienti, sei il loro braccio quando non possono muoverlo, i loro occhi quando non possono vedere, il loro sollievo quando hanno troppo dolore. Non hai festività, non puoi permetterti di avere paura quando tutti ne hanno. Non siamo eroi, non siamo angeli, non siamo missionari. Viviamo di attimi, l’attimo prima sorridi e scherzi con il paziente e l’attimo dopo ti ritrovi con un’emergenza.

Ti logora, a volte diventa così faticoso non solo fisicamente ma anche mentalmente, devi essere costantemente lucido sapendo che si, la tua tempestività e competenza possono essere d’aiuto ma che non si ha il potere dell’onnipotenza e che quando si “fallisce” ti svuota sempre un po’ in più.

Non è facile spiegare a parole cosa vuol dire sul serio essere infermieri, forse ad oggi ancora non si è capito a pieno, basti pensare che si preferisce dare il premio Nobel per la pace piuttosto che contratti e stipendi dignitosi ed equilibrati alla responsabilità civile e penale, alla professionalità, alle conoscenze e competenze che lo contraddistingue.

Sono queste le parole di Giulia, 23 enne napoletana, che appena laureata si è trovata in una situazione più grande di tutto, anche di lei, ma in cui non ha mai perso la forza e la tenacia per andare avanti.

Alla forza e alla tenacia degli infermieri sono arrivati attestati di apprezzamento da tutto il mondo: un artista ribelle come Banksy lo scorso anno ha dedicato, in maniera irriverente, un suo omaggio al valore degli infermieri. Artisti e cantanti hanno dedicato esibizioni sui tetti degli ospedali per dire grazie a infermieri e operatori sanitari.

Essere infermiere oggi vuole dire avere idealmente la sanità sulle spalle, ma senza i dovuti riconoscimenti sia economici che a livello di carriera.

Essere infermiere oggi vuol dire combattere contro un male invisibile, senza possibilità talvolta di avere una minima chance di vittoria.

Essere infermiere oggi vuol dire assistere al massimo delle nostre possibilità i pazienti e fargli sentire quanto più la nostra presenza per ovviare almeno in parte a quella dei familiari.

Essere infermiere oggi vuol dire avere troppe responsabilità e poca considerazione … ma tutto ciò cambierà, anzi sta già cambiando.”

Sono queste invece, le speranze di Marco, infermiere da più di anno impegnato in prima linea nella lotta contro il Covid: parole che non pretendono nulla ma che chiedono a bassa voce una giusta considerazione che non sia solo essere definiti degli “eroi senza mantello”.

Marco e Giulia sono solo due dei tanti esempi di infermieri a cui è stato richiesto coraggio, intraprendenza, ma soprattutto dedizione. Questo è un mestiere che a volte guarda dritto in faccia la malattia, ma che è in grado di regalare immense soddisfazioni come il sorriso di un paziente guarito.

Una cosa è certa: ogni infermiere non deve mai arrendersi, neanche in un periodo difficile come questo. Essere infermieri vuol dire semplicemente saper amare la propria professione.

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