Scavi archeologici di Ercolano: una nuova scoperta ci riporta al 79 d.C., anno della distruzione della città a causa dell’eruzione del Vesuvio.
Nessuna definizione del Vesuvio è più corretta di quella data da Leopardi nella Ginestra: formidabil monte sterminator Vesevo. Un vulcano sterminatore che con le sue eruzioni ha distrutto città, ma formidabile per tutte le sorprese che ci riserva, anche a distanza di secoli. Il modo particolare in cui la lava raggiunse le città di Pompei ed Ercolano, nell’eruzione del 79 d.C., ha infatti permesso la conservazione dei due straordinari siti archeologici.
Proprio nelle ultime settimane, sono ripresi i lavori di scavo sull’antica spiaggia dove negli anni ’80 trovarono corpi di 300 fuggiaschi. Le ultime ricerche hanno permesso addirittura di identificare uno dei corpi, provando a ripercorrerne la storia. Il direttore del Parco Archeologico di Ercolano, Francesco Sirano, spiega la nuova scoperta:
«Potrebbe trattarsi di un ufficiale della flotta che partecipava alla missione di salvataggio lanciata da Plinio il Vecchio per soccorrere le popolazioni dei centri e delle ville affacciate su questa parte del Golfo di Napoli. Un soldato della marina arrivato per soccorrere gli abitanti di Ercolano, ma che invece è stato ucciso anche lui dalle correnti scese dal Vesuvio».
La possibile identificazione del corpo
É ben nota la tragica fine di Plinio il Vecchio, grazie alla testimonianza del nipote Plinio il Giovane, che descrive l’eruzione del Vesuvio e la morte dello zio in una lettera indirizzata allo storiografo latino Tacito. Non tutti sanno però ciò che spinse Plinio ad andare incontro al vulcano in eruzione: curiosità e benevolenza. Una forte curiosità per studiare il fenomeno naturalistico, mista alla benevolenza e alla volontà di aiutare le persone in difficoltà.
Il corpo identificato durante le recenti ricerche apparteneva probabilmente all’ufficiale della marina, che guidò la spedizione di soccorso in cui era presente Plinio il Vecchio. Accanto al corpo, era presente l’armatura, gli strumenti da lavoro e un gruzzolo di monete (12 denari d’argento e due d’oro). Inoltre l’analisi sulle ossa ha rivelato che si trattava di un uomo tra i 40 ed i 45 anni in buone condizioni fisiche. Tutti dati che portano ad ipotizzare il ruolo dell’uomo: un soldato, partito per aiutare i fuggiaschi di Ercolano e Pompei.
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