venerdì, Novembre 22, 2024
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Il Diritto alla Salute Pubblica negato in Terra dei Fuochi? NO, prima Biancaneve

di Massimiliano Costantino Esposito – Nei trend topics, scusate sempre per le mie anglofonie che mai vorrei usare, ma il vocabolario non lo produce più Dante, mentre lo stesso autore potrebbe in qualsiasi momento essere “cancellato” se emergessero gravi indizi di colpevolezza a suo carico dagli stessi che buttano giù le statue e mettono al bando gli studi classici. Ma questa è un’altra storia. Torniamo a noi, nelle trend topics, nei temi di tendenza, argomenti popolari di cui i potenti tutti si scrivono sulle mani, si infiammano i dibattiti social, corrono via come missili le interazioni, è totalmente sparita da tempo la parola “Terra dei Fuochi”. Una materia non istantanea, complessa, feroce, locale ma globale, una guerra di posizione che fa morti ed ammalati silenziosi, in continuo aumento.

Mentre il dibattito si anima, tra i contenuti di cartoni animati fanciulleschi, accusati di essere carichi di violenza, ddl che dividono gli italiani più della miseria post covid, l’ombra letale della in-sicurezza sul lavoro, che ammazza uomini e donne, tanto quanto il mare che separa la penisola dai luoghi dei tanti lager africani, viene fuori un articolo dal blog Ambiente & Veleni, del Fatto Quotidiano, a cura del dott. Antonio Marfella presidente di medici per l’ambiente di Napoli. Col titolo “Terra dei Fuochi, lo studio Spes ha rilevato elementi tossici nel siero dei volontari. Ma nessuno li ha avvertiti”.

Come si legge:”…non posso non rilevare che non stiamo parlando del cadavere dell’imperatore dei francesi Napoleone, ma di circa 4200 cittadini che volontariamente si sono sottoposti ad una analisi tossicologica individuale. Ciò che mi risulta oggettivamente incredibile al solo dirsi è che, secondo alcune informazioni ricevute dai comitati dei cittadini che hanno collaborato allo studio, pare che nessuno di loro, individualmente, sia stato ancora informato dei risultati delle analisi tossicologiche individuali effettuate, che purtroppo, e come era sin troppo ovvio aspettarsi, non son certo risultate prive di veleni mortali in grado di uccidere entro pochi anni…”

“L’analisi dei livelli di metalli pesanti – si legge nella relazione – nel siero dei volontari sani studiati nello studio Spes rivela la presenza di tossici come cadmio (Cd111) e mercurio (Hg 202) in concentrazioni circa 5 volte maggiori nei clusters di popolazione residente nella valle del fiume Irno e del fiume Sabato (area considerata a medio impatto) in confronto con tutto il resto della popolazione esaminata…”

E ancora, “ Utilizzando metodiche di analisi in cromatografia ad alta risoluzione, il valore medio della somma di PCDD/PCDF+ DL – PCB (pg WHO TEQ /g lipidi) mostrano significativi incrementi per i cluster di popolazione della valle del Sabato, rispetto alla media complessiva. Un moderato incremento si rileva pure nelle matrici biologiche dei residenti nella valle dell’Irno e nell’area ad alto impatto n 12. Quest’ultima include le municipalità di Acerra, Villa Literno e Napoli, caratterizzata dalla presenza di un maxi inceneritore di rifiuti, di una trafficata strada commerciale (SP 333) e dalla complessa antropizzazione con elevata urbanizzazione della metropoli di Napoli… Queste considerazioni potrebbero spiegare l’eccesso riscontrato nei valori sommatori complessivi dei congeneri di diossina riscontrati”.

 

Nello sconforto di un disastro ambientale reiterato in Terra dei Fuochi dal oltre trent’anni, in cui vige il silenzio intervallato da pochi squarci di luce istantanei legati alla cronaca, i roghi tossici continuano. Come gli affari della criminalità legati ad i rifiuti. Nessuna transizione ecologica per il momento, ma solo la conta di caduti ed ammalati, in un territorio appestato soprattutto dall’indifferenza. Delle nostre coscienze.

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