venerdì, Novembre 22, 2024
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La stagione del Napoli in una parola: Fallimento

A qualche ora dal pareggio per 1-1 contro il Verona, ci ritroviamo quì ad analizzare la stagione del Napoli. Una stagione fatta di alti, sopratutto negli ultimi due mesi, e bassi, tanti, culminata con il quinto posto in classifica.

La squadra di Gattuso ha fallito miseramente il match point al Maradona: solo un pareggio in casa con il Verona che regala la qualificazione nell’Europa dei grandi al Milan ed alla Juventus.

Ebbene, dati gli avvenimenti, l’unico commento che quest’oggi appare possibile è “FALLIMENTO”.

Il Napoli per questa stagione, nonostante la mancata qualificazione alla Champions dello scorso anno, aveva allestito una squadra che, seppur con qualche piccola lacuna di organico,  poteva e doveva arrivare nelle prime quattro posizioni senza alcun problema potendo, molto probabilmente, anche insidiare e creare fastidio alla dominatrice Inter.

Una squadra che, nonostante la mancata qualificazione alla Champions dello scorso anno, aveva trattenuto tutti i big (dati sicuri partenti dai media nazionali) ed aggiungendo a questa squadra ulteriori innesti come Osimhen e Bakayoko (fortemente voluto da Gattuso).

Purtroppo, così non è stato. L’intero campionato del Napoli è stata una grande e grossa montagna russa, fatta di continui sali-scendi, in cui si alternavano prestazioni di alto livello a partite davvero mal giocate.

La stagione può essere suddivisa in 3 fasi: una prima fase di ottimo livello con un Napoli in seconda posizione in classifica sino agli infortuni di Mertens ed Osimhen. Una seconda che va da fine dicembre a metà febbraio a dir poco disastrosa, ed un finale di stagione, al di la’ del pareggio di ieri, da medie scudetto.

Analizziamo nel dettaglio cosa non ha funzionato.

1) CAPITOLO ALLENATORE

In molti hanno imputato il grosso calo avuto dal Napoli nel corso della stagione ai tanti infortuni subiti, soprattutto nel raperto offensivo, che hanno privato Gattuso di alcuni dei suoi uomini migliori per diverso tempo.

Certo, la componente sfortuna ha senza ombra di dubbio inciso sulla stagione degli azzurri, ma sono innegabili anche le colpe dell’allenatore incapace, per oltre due mesi, di trovare delle contromisure tattiche che potessero sopperire alle assenze.

A ciò si aggiunga una non corretta gestione della rosa e del turnover. Tanti, troppi giocatori (su tutti Insigne) portati ad un minutaggio altissimo e tenuti in campo anche in partite vinte con numerosi goal di scarto, i quali, poi, si sono ritrovati a dover giocare non sempre in condizioni fisiche ottimali.

Gli stessi Osimhen e Mertens che, poichè schierati in campo in fretta e furia contro il Verona nella gara d’andata in pessime condizioni fisiche, sono stati vittime di ricadute, così come Lozano e Koulibaly tenuti in campo, rispettivamente contro Juventus e Cagliari, in preda ad infortuni fisici e costretti poi a dei lunghi stop.

L’allenatore calabrese ha, inoltre,  in più di un’occasione, dimostrato la propria incapacità nel saper leggere le partite e nel cambiare modo di giocare in corso d’opera, andando il più delle volte in totale confusione.

Senza dimenticare, una cattiva gestione del triplo impegno settimanale. Il Napoli, infatti, ha ripreso a volare anche in concomitanza dall’uscita nelle coppe denotando un’incapacità da parte dell’allenatore di gestire i tanti impegni ravvicinati.

Se sull’uomo Gattuso c’è poco da eccepire, sull’allenatore i dubbi e le perplessità sono stati davvero tanti.

2) PESSIMA COMUNICAZIONE DA PARTE DELLA SOCIETÀ

Innegabili sono, inoltre, le reposanbilità da parte della società.

Se è vero che Gattuso ha dimostrato di non essere un grande comunicatore perchè obbligare tutti ad un silenzio stampa di oltre tre mesi? Perchè una società che ambisce ad un posto tra le grandi non è capace di ingaggiare una vera figura di spessore che sappia fare da raccordo tra squadra e dirigenza??

Ed inoltre, se tra De Laurentiis e Gattuso vi erano delle spaccature insanabili perchè non si è provveduto ad esoneralo a campionato in corso ma si è andati avanti con questo rapporto a dir poco forzato?

Perchè la società ha deciso di tapparsi la bocca proprio nel momento decisivo della stagione pur avendo subito degli innegabili torti arbitrali sia direttamente che indirettamente? Non sarebbe stato il caso di alzare la voce e far valere le proprie ragioni nelle sedi opportune al fine di tutelare un’uniformità di giudizio molto spesso mancata in questo campionato?

Tanti, troppi dubbi che la gestione, virtuosissima sia chiaro, di Aurelio De Laurentiis porta con sè ormai da tempi immemori.

3) POCA PERSONALITÀ DA PARTE DEI CALCIATORI

Purtroppo, questa squadra ha dimostrato, per l’ennesima volta di peccare in personalità ed attributi. Da tanti, troppi, anni a questa parte nelle partite decisive gli azzurri si sciolgono come neve a sale a partire dai leader tecnici sino ad arrivare agli ultimi comprimari.

La partita con l’Hellas Verona è la cartina tornasole di questa squadra la quale ha dimostrato di saper fare cose straordinarie senza pressioni ed in partite ben incanalate verso la vittoria ma anche di peccare di carattere e temperamento nei momenti che contano.

Una squadra che, da qualche anno a questa parte, è priva quasi del tutto di leader e giocatori capaci, nelle situazioni determinanti, di dare quel quid in più alla squadra.

Volge, quindi, al termine una stagione culminata con un quinto posto in campionato, una sconfitta in Supercoppa Italiana, una semifinale di Coppa Italia ed un a prematura uscita dall’Europa League. La mancata qualificazione alla Champions avrà senza dubbio degli strascichi da un punto di vista economico molto rilevanti che, se la società non si dimostrerà lungimirante ed all’altezza della situazioni, potranno avere delle ripercussioni molto forti per il futuro.

 

 

 

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